GUERRA IN UCRAINA: IL METODO CECENIA NON FUNZIONA

GUERRA IN UCRAINA: IL METODO CECENIA NON FUNZIONA

Ho già avuto modo di esprimermi su questa guerra e su quanto avvenuto in Ucraina fin dal 2014. Chiaro ed evidente. Guardando la cartina geografica ed immaginando Kiev nella Nato vien da pensare che la provocazione è ben riuscita. Perchè avrebbe significato accerchiare la Russia.

Detto questo a distanza di mesi, da quello che doveva essere un blitz, Mariupol e le città ed i villaggi ucraini sembrano sempre di più la Grozny degli anni di guerra. In particolare della Grozny rasa al suolo. Se ne sta parlando in questi giorni perchè nel 2001 Putin associandosi all’Occidente contro il terrorismo ebbe mano libera nell’attaccare la Cecenia luogo di banditi e di terroristi islamici.

Non è un caso che in nome di quella guerra sono state uccise giornaliste e sono sparite nel nulla decine di migliaia di persone. Una vera e propria pulizia etnica nel silenzio dell’Occidente che accettò l’equazione Cecenia uguale terrorismo (pur vero che l’Occidente ha dimenticato la tremenda guerra condotta dai sauditi nello Yemen).

Oggi le truppe russe resesi protagoniste di eccidi e torture, scoperte dopo la liberazione dei territori occupati sono formate non solo dagli speciali dell’esercito, dal gruppo Wagner ma anche dai ceceni vincenti quelli del clan Kadyrov. Perchè russi ed ucraini hanno relazioni e parenti in comune ed è difficile combattere una guerra semi fraticida.

Il metodo ceceno, pulire e suscitare paura non sta funzionando con tutta l’attenzione mediatica riservata. Non siamo tra le silenziose macerie di Grozny dove sparirono interi nuclei familiari. Putin ha perso nel momento in cui il blitz è fallito ed è passato ad una battaglia lunga e logorante casa per casa.

Ci sono poi, due osservazioni non collaterali. Detto di Putin e di cosa rappresenta.

L’attacco alla Russia. Già nel 2011 l’Occidente decise di togliere l’appoggio nel Mediterraneo a Putin cercando di far cadere Assad. Per sostituirlo con cosa non è chiaro ma si chiama geopolitica. Non era chiaro con cosa sostituire Saddam. Non era chiaro con cosa sostituire i talebani. Tutti fallimenti, Appoggiare il peggio per sconfiggere presunti nemici. Assad non lo era ma era ed è nella sfera russa ed iraniana. Oggi sappiamo che senza Putin e senza il generale iraniano Souleimani il califfato avrebbe una dimensione quasi doppia dell’Italia,

La questione delle risorse del pianeta. In Afghanistan sarebbe dovuto transitare un bel gasdotto e persino Clinton  tentò l’accordo con i talebani prima che le donne democratiche seppellissero qualsiasi accordo. Sappiamo che l’Ucraina è un paese ricco di risorse perchè le guerre nascono per interesse e sono interesse. Il petrolio iracheno, altro esempio. Sappiamo che sono stati investiti in Ucraina dal 2017 milioni di dollari in aiuti senza apparente motivo. Conosciamo la cosiddetta goccia. Sappiamo che l’esaltazione del presidente ucraino è fuori dalle righe.

Manca un mezzo per raggiungere la pace. Questo è il vero problema. Perchè oggi su questo versante siamo allo stallo. Gli ucraini riguadagnano terreno, Putin punta a fargli vivere un inverno durissimo. Resta però il sospetto. Ad aprile Zelensky aprì sulla Crimea zittito a breve giro di posta da Biden ed il segretario della Nato. Non è solo una guerra Ucraina Russia. Diciamo finalmente la verità. E’ una guerra globale. Un passo indietro da parte di tutti sarebbe gradito. Putin fuori dall’Ucraina e la nostra rinuncia a distruggere economicamente la Russia tenendo anche la Nato lontana dai suoi confini.

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