TORINO: FUORI DALL’EUROPA. JURIC ADDIO SENZA RIMPIANTI.

TORINO: FUORI DALL’EUROPA. JURIC ADDIO SENZA RIMPIANTI.

TORINO: FUORI DALL’EUROPA. JURIC ADDIO SENZA RIMPIANTI.

C’era una remota possibilità che il Toro giocasse nel 2024-2025 in Conference League. Sfumata con la sconfitta della Fiorentina. Non è mai bello sperare nei trionfi altrui per ottenere un risultato..Tant’è. L’uscente allenatore parla di stagione fantastica. Con una modestia commovente.

Si nutrono legittimi dubbi su questa esaltazione. Perché in Europa il Torino entrava come nona classificata!. Certo i sostenitori di juric sostengono con foga che ci sono state anche stagioni peggiori nella pessima, penosa gestione Cairo. Con il motto galleggiare…ma non primeggiare. Se la stagione del Toro è stata fantastica quelle di Atalanta e Bologna come le definiamo?. Non pare affatto con budget di spesa nettamente superiori. Nel primo caso si un progetto che continua di anno in anno, nel secondo un direttore sportivo competente.

Perché alla quarta difesa del campionato (al netto di alcune imbarazzanti gaffes del portiere) è corrisposto il quindicesimo attacco. Faticosissimo andare in porta. Ricordiamo solo lo 0-0 con la Salernitana in casa e lo 0-0 in casa con il Frosinone. Retrocesse entrambe. Una squadra del vorrei ma non posso, del al momento topico evaporiamo felicemente.

Perché è parso troppe volte che il mister non fosse in grado di variare lo schema. Cioè provare, testare soluzioni per migliorare la fase offensiva. Senza dimenticare le stucchevoli ed inutili polemiche con il pubblico. Certo influiscono i malumori contro il presidente. Ma mai una gioia ha contribuito anche lui con un atteggiamento del tipo: “io non sono mai in discussione”.

Che dire di sostituzioni mai decisive? Che dire di un certa intransigenza tattica o cosi o cosi?

E al netto che quest’anno ha avuto la squadra che chiedeva con giocatori da lui approvati. Per la prima volta.

Un po’ di rimpianti ci sono nell’anno di ben otto squadre in Europa. Anche nella coppetta perché giocare sempre per il decimo undicesimo posto non crea entusiasmo ma depressione ed andare almeno un anno fuori dai confini nazionali costa si, ma sportivamente vale il doppio di tutti i costi.

Ora si riparte. Non sarebbe male che al nuovo allenatore fosse affiancato un ds che non deve dipendere in toto da Cairo. Gli sia concesso un budget e si costruisca la squadra di conseguenza. E si riparta dai punti di forza di quest’anno. Perché quando hai un attaccante come Zapata, un attaccante finalmente, deve essere messo in condizione di ricevere palloni decenti.

Se vogliamo analizzare acriticamente i risultati: decimo nel primo anno con 50 anni, decimo l’anno scorso con 53 punti, nono quest’anno con 53 punti. Pare evidente che questo ennesimo progetto non sia decollato fino in fondo.

Cambierà l’allenatore ma purtroppo non il presidente.

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