MTB: Anello Pinerolo / Casa Canada / Cantalupa

MTB: Anello Pinerolo / Casa Canada / Cantalupa

Distanza: 31.44 km

Tempo in movimento: 2:30 circa*

Ascesa totale 1,026 m

Ciclabilità: 99%*

* in e-bike


Il giro che vi raccontiamo oggi è una bellissima pedalata che parte da Pinerolo e vi porta fino al Rifugio Melano – più conosciuto come Casa Canada – ai piedi della Rocca Sbarùa. La traccia, che potete scaricare al link sopra indicato, parte in realtà dal negozio Cycloshpera (ex Bicisport Vaira), in zona San Lazzaro. Avevamo infatti la necessità di noleggiare una bicicletta perché uno dei nostri mezzi era indisponibile per un problema tecnico occorso nei giorni antecedenti. Così, con un paio di mezzi di fortuna – comunque due bei mezzi: una Specialized Turbo Levo SL 2020 e una Cube Reaction SLT, entrambi a pedalata assistita – siamo partiti dirigendoci verso la nostra meta.

Attraverso alcune strade secondarie, per evitare il traffico del sabato mattina, da San Lazzaro ci siamo inizialmente diretti verso il centro di Pinerolo, da dove abbiamo imboccato la via che conduce alla collinetta di San Maurizio. Tra le tante possibilità per risalire la Val Lemina, infatti, abbiamo optato per il passaggio da Costagrande, perché dopo qualche chilometro di asfaltato – per altro tra belle villette che si affacciano sul fondo valle – si comincia a pedalare in mezzo al bosco su una carrareccia ben tenuta e segnalata dagli inconfondibili cartelli con la foglia d’acero.

Durante la salita si toccano alcuni punti strategici come il Colle Infernetto e il Colle dell’Eremita, lungo una sterrata piuttosto ampia che non offre particolari dubbi sulla direzione da intraprendere. La salita non è impossibile, anche se presenta qualche tratto piuttosto impegnativo. Con una e-bike, invece, si trasforma in una salita abbastanza agevole. Giunti in prossimità del Colle dell’Eremita, per salire verso Casa Canada, avete tre possibilità. La prima è arrampicarvi verso destra su un single track piuttosto impegnativo, che potrebbe anche richiedervi di scendere dalla bicicletta. La seconda è proseguire diritti verso l’asfaltata della Val Lemina e dirigervi verso il Crò, girando poi per il percorso più tradizionale che attraversa la borgata Dairin. Noi abbiamo optato per una terza via, che non avevamo ancora provato. A metà tra le due scelte appena menzionate, infatti, se ne apre una terza su un breve sentiero facile, niente di entusiasmante ma comunque abbastanza divertente. Il sentiero collega il bosco a una strada asfaltata, scendendo la quale ci si riaggancia alla via principale della Val Lemina, dove riprendiamo a salire verso destra fino alla borgata Brun.

La Borgata Brun è in pratica l’ultima frazione della Val Lemina, dove sorgono gli agriturismi Fiorendo e Pinareul Arios. Quest’ultimo si trova sul lato sinistro della strada principale, proprio all’inizio dell’abitato. Per proseguire nel nostro tragitto bisogna passare dal parcheggio del ristorante. Il passaggio non è proprio ortodosso, al limite potete valutare di fermarvi all’agriturismo per fare pranzo, visto che hanno una cucina piuttosto rinomata. Noi abbiamo scelto di proseguire, imboccando la breve quanto ripida salita verso il Colle Ciardonet. Una precisazione: noi l’abbiamo pedalata tutta, ma eravamo con una e-bike. Può essere che con una muscolare sia necessario fare un po’ di poussage. Giunti al Colle Ciardonet si inizia la discesa per Casa Canada. Se vi siete portati dei panini, un buon consiglio che vi possiamo dare è di fermarvi a rifocillare il vostro stomaco nella bella area attrezzata adiacente al Colle. C’è, infatti, una vista molto suggestiva sulla pianura sottostante, oltre che una tranquillità impareggiabile che vi riconcilierà con voi stessi.

Casa Canada

Il nostro programma prevedeva però la tappa-pranzo al Rifugio Melano, così abbiamo fatto un piccolo sforzo ulteriore per arrivare alla meta. Gli ultimi chilometri sono caratterizzati da un saliscendi continuo, con un unico tratto abbastanza tecnico da fare in sella. Vale il commento di prima: con la pedalata assistita, la ciclabilità è totale, anche se richiede giusto un po’ di capacità pratiche di guida; con la muscolare invece ci va un allenamento importante, ma si tratta di un brevissimo tratto. Vale comunque la pena affrontare quest’ultimo sforzo. D’inverno, infatti, al Rifugio c’è sempre una temperatura splendida, quasi primaverile. Ottima per fermarsi a mangiare qualcosa, magari con una bella birra fresca (anche a gennaio!) e un caffé, e per prendere anche un po’ di sole fuori stagione.

Per ritornare al punto di partenza si possono poi scegliere molte vie. Noi abbiamo deciso di scendere da Cantalupa, lungo un divertente single-track, piuttosto tecnico ma non impossibile. Il grado di difficoltà è comunque abbastanza difficile da decifrare. Il vento dei giorni precedenti ha riempito il percorso di foglie, per cui non abbiamo rischiato velocità eccessive. Alcuni passaggi rocciosi ci hanno poi consigliato di scendere dalla bicicletta, giusto per superare gli ostacoli, ma si può percorrere quasi tutto in sella, anche senza particolari abilità.

A metà della discesa si incontra un bivio, riconoscibile per l’indicazione “Cantalupa”. Girando a destra si sceglie il percorso che transita per “Fontana Cauda”. Noi invece abbiamo svoltato a sinistra fino ad arrivare alla Borgata Scrivanda, sulle alture di Cantalupa, dove ricomincia la strada asfaltata. Il giro prosegue poi per Frossasco e Roletto, attraverso una strada secondaria – sempre asfaltata – che abbiamo scelto per evitare la statale decisamente più trafficata.

Per tornare al punto di partenza, ovvero al negozio Cyclosphera, abbiamo optato per un percorso cittadino curioso e abbastanza inusuale. Arrivati nella zona del Palaghiaccio di Pinerolo, dovendo superare i binari della ferrovia, abbiamo imboccato il sottopasso pedonale (?) che ci ha condotto nel distretto scolastico dove si ergono gli edifici del Buniva e del Liceo Scientifico. Abbiamo poi svoltato su Via Baden Powell, al fondo della quale parte la linea 1 della Bicipolitana di Pinerolo, la rete di ciclovie che attraversano la cittadina. Proprio questo serpentone ciclabile, che taglia una serie di aree verdi della zona, va a sbucare curiosamente a pochissimi passi dal negozio, dove riconsegniamo la bici presa a noleggio.

 

 

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