TIF – Trust In Food – Un’alternativa al modello globale di consumo alimentare nasce nel Pinerolese

TIF – Trust In Food – Un’alternativa al modello globale di consumo alimentare nasce nel Pinerolese

Trust In Food – conosci il tuo cibo, dall’inglese significa “Fiducia nel cibo”, è una piattaforma che si pone l’obiettivo di aiutare i consumatori a fare acquisti alimentari più consapevoli e valorizzare i produttori del territorio fornendo una vetrina digitale dove presentare le loro aziende, le loro produzioni e dove poter vendere i loro prodotti. In questo modo si crea un sistema di distribuzione alimentare locale che si basa sulla trasparenza e sulla sostenibilità, un’inversione di tendenza in un mondo tanto globalizzato, in cui siamo abituati ad acquistare al supermercato ogni sorta di prodotto proveniente da chissà dove. Trust In Food rappresenta l’occasione per accelerare la transizione verso un paradigma di produzione e consumo alimentare sostenibile e trasparente, valorizzando i produttori locali e i prodotti a km zero, che partono dal produttore e arrivano al consumatore senza passaggi intermedi, in modo che si crei nuovamente un rapporto di fiducia venuto meno negli anni.

 

L’idea di questo progetto nasce nel 2019 quando Giorgio Rasetto, CEO di TIF e studente del Politecnico di Torino, assistendo quotidianamente allo spreco alimentare prodotto dalla mensa scolastica e, sensibile a questa problematica, inizia a pensare a un modo per poterla risolvere. Nel fare questo si confronta con il suo amico Daniele Rasetto, studente laureando all’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, sicuro che in lui avrebbe trovato la figura giusta per discutere della situazione e cercare una soluzione, in quanto professionalmente orientato al tema della sostenibilità e dell’innovazione in ambito gastronomico. Insieme si sono resi conto che il problema alla base è la disinformazione, come dichiara Giorgio: “Ci siamo resi conto che c’era un problema strutturale, non limitato alla mensa, ma che partiva dalla disinformazione. Le persone non hanno informazioni fruibili per capire come il cibo che consumano viene prodotto e conoscere l’impatto della produzione di quegli alimenti”.

 

A questo punto si consultano con alcuni esperti docenti universitari e colgono una grande opportunità partecipando al “Youth in Action for Sustainable Development Goals”, un bando finanziato dall’ONU volto ai giovani under 30 che ha come obiettivo quello di raccogliere e premiare le migliori idee progettuali in linea con il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Italia. Il progetto di Giorgio e Daniele vince in Italia l’edizione 2019 e i due amici hanno la possibilità di presentarlo alla Columbia University di New York durante l’International Conference of Sustainable Development, accanto alle migliori idee progettuali provenienti da tutto il mondo. Così il loro progetto inizia a prendere forma sviluppandosi nell’ottica di creare una comunità fondata sulla condivisione dei Saperi e dichiarano “Una volta tornati eravamo carichi per trasformare l’idea in impresa, ma avevamo bisogno di figure competenti e sensibili al tema”.

 

Entrano dunque a far parte del gruppo Alberto Viotto, studente di ingegneria gestionale, Kevin Cardetti, laureato in Economia Aziendale, Luca Bunino, laureando in Design, Lorenzo Cravero e Gabriele Vernetti, laureandi magistrali in ingegneria informatica e Giacomo Baudi, laureato in Design e studente di Economia dell’Ambiente e della Cultura del Territorio, formando un team giovane, dinamico, entusiasta e fondato su obiettivi condivisi, tutti appassionati di cibo, sostenibilità e innovazione. Dopo mesi di studio e formazione i ragazzi apprendono le nozioni necessarie per avviare la Start Up e iniziano la fase di validazione dell’idea. Dopo numerosissime interviste a produttori e consumatori, hanno la conferma che i problemi che si propongono di risolvere sono effettivamente molto percepiti.

Dichiarano infatti: “Durante la quarantena abbiamo validato quali fossero i reali problemi da risolvere: ai consumatori mancano le informazioni per fare acquisti consapevoli e soprattutto per valutare la sostenibilità di un prodotto, tema ormai caro a tanti. Le principali difficoltà delle aziende invece sono legate alla vendita online e alla comunicazione digitale”. Trust In Food è dunque una risposta concreta alle necessità del consumatore, che è sempre più desideroso di conoscere il prodotto e chi lo produce, in modo da riuscire a fare una spesa più consapevole per se stesso e per il pianeta, fortemente provato dal modello di industrializzazione della produzione alimentare tradizionale ed intensiva degli ultimi anni. Nel fare questo risponde anche alle necessità del produttore locale, che si mostra interessato a farsi conoscere su una vetrina digitale, imparando a comunicare in modo efficiente il proprio impegno nella produzione sostenibile di alimenti, materie prime e trasformati di alta qualità da vendere direttamente al consumatore.

 

Ed ecco la soluzione dei ragazzi di Trust In Food: una piattaforma digitale, o meglio, un mercato online. La pandemia ha accelerato fortemente le vendite online e Trust in Food si inserisce in questo mercato per dare voce alle piccole aziende locali che spesso non hanno le risorse per competere virtualmente. Attraverso la piattaforma il consumatore riesce a conoscere a fondo e in maniera completamente trasparente i produttori del Pinerolese, i loro prodotti, la loro storia e le pratiche di sostenibilità messe in atto in tutte le fasi del processo produttivo. Grazie a questo il consumatore può acquistare la sua spesa facilmente con consegna a domicilio, ma soprattutto è consapevole di cosa consuma e dell’impatto che ogni prodotto ha sull’ambiente, su se stesso e sugli altri.

 

Ma questo è solo l’inizio: Trust In Food ha in mente molti altri progetti da realizzare per sensibilizzare sempre di più sul tema della sostenibilità e sulla sua importanza. Perciò il desiderio è quello di espandersi nei paesi e nelle città vicine al Pinerolese, in modo da raggiungere il maggior numero di persone possibili. Non appena sarà possibile una delle priorità sarà quella di creare eventi sul territorio che facciano conoscere queste aziende e mettano in contatto diretto i produttori coi consumatori per creare un legame di fiducia. Verranno pensate giornate di fattoria didattica volte a ristabilire il contatto con la natura, la campagna e le sue infinite risorse. Per quanto riguarda le emissioni di CO2 dovute alle consegne a domicilio è in fase di ideazione un progetto di compensazione che prevede l’impianto di alberi nel territorio.

In conclusione questa piattaforma è la possibilità reale e concreta che viene offerta ad ognuno di noi di scegliere consapevolmente e responsabilmente gli alimenti che consuma e, allo stesso tempo, di prendersi cura del nostro pianeta, che non è più in grado di sostenere i ritmi delle produzioni industriali intensive.

Con Trust In Food si diventa dunque parte attiva della filiera alimentare sostenendo l’economia locale, tramite un dialogo onesto e costruttivo con le aziende.

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