ROCCA MOREL 1450 m
LaRocca Morel, situata sul versante destro orografico della Val Chisone, presenta verso Nord – Est un’imponente parete verticale ben visibile dal paese di Castel del Bosco.
La prima via aperta su questa parete risale al 1976, quando Angelo Gaido e Mario Marone superarono l’evidente pilastro situato sulla destra della parete principale (Via di doi gabia).
Nel 1977 venne poi percorsa la lunga cresta Nord da Michele Ghirardi e compagni, mentre l’evidente crestone che dalla base della parete scende fra le lunghe pietraie è stato percorso da Giovanni Ruffino.
Nel ‘95 sono state aperte due interessanti vie sul settore sinistro della parete da F. Michelin, G. Rossetto, B. e W. Canepa e nella primavera 2003 Marco Conti e Mirella Becciu hanno aperto una via sullo sperone a sinistra della Via delle placche.
Infine nella primavera 2007 un impegnativo itinerario è stato aperto dai fratelli Segatel sul margine sinistro della parete.
ACCESSO :
Risalire la Val Chisone fino a Castel del Bosco ( 6 Km dopo Perosa Argentina) poi svoltare a sinistra di fronte al ristorante Cacciatori e imboccare una stradina che attraversa il torrente Chisone. Svoltare a destra nei pressi di una segheria e lasciare l’auto dopo un centinaio di metri. Continuare a sinistra lungo la strada sterrata fino alla borgata Albarea, svoltare a destra dopo la prima casa e salire direttamente nel bosco per una ventina di minuti; raggiunta una pietraia, risalirla verso destra (tracce di sentiero) poi direttamente fino alla base della parete (50 minuti di marcia)
VIA COL VENTO ∗∗∗∗
1ª salita: F. Michelin, G. Rossetto, B. e W. Canepa aprile 1995
L’itinerario percorre un’evidente sperone sul lato sinistro della parete poi spostandosi a destra supera direttamente gli strapiombi finali uscendo sul panoramico pianoro sommitale a breve distanza dalla croce.
Si tratta di un’arrampicata lunga e varia, fra le più interessanti della valle (spettacolare la parte finale).
RELAZIONE :
1) Attaccare sul margine sinistro del settore principale della parete e salire per una ventina di metri su placche e lame; sostare alcuni metri al di sotto di una fascia strapiombante (4c, 5a)
2) Salire sotto allo strapiombo, spostarsi a destra e salire verticalmente per una decina di metri; passare a destra di alcuni massi instabili e continuare lungo lo sperone raggiungendo poi a sinistra, un punto di sosta su un terrazzo vicino a una grande quercia (5b, friends utili)
3) Spostarsi a sinistra e salire su belle placche fino ad un punto di sosta (6a, passo 6a+)
4) Continuare con bella arrampicata su lame staccate e fessure fino a una cengia (5c)
5) Salire verso destra fino ad un piccolo punto di sosta (5b)
6) Proseguire fin sotto ad un piccolo tetto, alzarsi sulla placca sovrastante (passo di 6a+) e continuare su placche fessurate fino ad un terrazzino con pianta (5b)
7) Spostarsi a destra, superare un diedrino (5b), poi scendere leggermente a destra e superare un diedro verticale (4c)
8) Attraversare a destra per circa 10 metri (4b) poi salire direttamente su parete verticale e sostare su una cengia sotto ad un enorme tetto (5b)
9) Attraversare a destra e risalire uno sperone strapiombante ma ben appigliato fino ad un piccolo punto di sosta sul margine destro del tetto (6a, 6b)
10) Continuare verticalmente sulla parete strapiombante fino ad uscire sul panoramico pianoro sommitale (passo di 6b+, poi 6a)
SVILUPPO : 300 metri
TEMPO: ore 3 – 4
DIFFICOLTÀ : TD / TD+ ( Obblig. 6a ) Via attrezzata (nuts e friends medi utili)
DISCESA :
A) Scendere lungo la cresta a sinistra per circa 40 metri poi calarsi con due doppie da 50 metri (partenza su pianta) alla sosta 4, da dove si prosegue in doppia lungo l’itinerario di salita.
B) Dal pianoro sommitale scendere sul versante opposto alla parete e seguire il comodo sentiero che scendendo verso destra porta nel vallone di Bourcet. Al termine del vallone si ritorna all’auto seguendo una stradina nell’inverso della Val Chisone (totale 1 ora).
Questa soluzione è consigliabile per abbinare la salita ad altre vie del vallone di Bourcet.
C) Seguire per un breve tratto il sentiero che scende sul versante opposto alla parete poi, quando questo svolta a destra, scendere verso sinistra passando sopra ai salti rocciosi fino a raggiungere un canalone sul margine destro orografico della parete che consente di ritornare alla base senza effettuare corde doppie (30 minuti / percorso non molto agevole).
VIA DELLE PLACCHE ∗ ∗ ∗
1ª salita: F. Michelin, G. Rossetto ottobre 1995
La via supera le belle placche inclinate che si trovano sul lato sinistro della parete.
RELAZIONE:
Dall’attacco di “Via col vento”, attraversare a sinistra su cenge erbose per una dozzina di metri
1) Salire lungo un facile sperone, superare a sinistra una placca delicata (5c), poi due piccoli tetti (6a) e raggiungere salendo verso destra un comodo terrazzino (6a).
2) Continuare lungo una fessura poi sostare a destro sopra una lama staccata al di sotto di una fascia strapiombante (5b).
3) Spostarsi a sinistra, superare tre piccoli tetti intervallati da placche, poi continuare su placche meno ripide fino ad un punto di sosta (6a).
4-5) Continuare direttamente sulle placche fino a una stretta cengia (5a).
6) Risalire un diedrino e continuare su placche più ripide ma ben appigliate fino a un piccolo punto di sosta (5b)
(E’ consigliabile terminare qui la via in quanto il tiro seguente è poco interessante e sovente bagnato).
7) Spostarsi a sinistra e salire direttamente fino al termine della placconata (4c)
NOTA: Dalla sosta 3 è possibile salendo a destra lungo una fessura (facile ma non protetta, utili un paio di nuts), raggiungere la sosta 3 della vicina Via col vento e proseguire su quest’ultima.
SVILUPPO : 200 metri
TEMPO: ore 2 – 3
DIFFICOLTÀ: TD / TD – (Obblig. 5b) Via attrezzata ♦
DISCESA: Doppie da 50 metri sulla via
SPERONE DELLA LIBERAZIONE ∗ ∗
M. Conti, M. Becciu 25 aprile 2003
La via supera l’evidente sperone che si trova sulla sinistra della parete principale di Rocca Morel.
Itinerario logico e interessante, attrezzato solo parzialmente con chiodi tradizionali (le soste sono tutte attrezzate).
RELAZIONE:
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Attaccare nel punto più basso dello sperone, superare un tettino con spaccatura (4c), poi proseguire in placca verso sinistra e direttamente su un muretto delicato (5c)
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Continuare verticalmente sopra la pianta (6a), poi in direzione di una lama (5a) e raggiungere la sosta sotto ad un piccolo strapiombo.
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Si supera lo strapiombo (6a), si passa a sinistra di un ginepro, si prosegue verticalmente su un vago pilastrino, poi in fessura si lascia a sinistra la pianta utilizzata per le doppie e si raggiunge la sosta 3 sotto l’enorme tetto triangolare ( E’ possibile fare una sosta intermedia alla pianta).
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Ci si alza a destra di un friend incastrato, ci si cala e si pendola leggermente a destra. Si sale poi verticalmente prendendo la bella fessura/lama che permette di salire e uscire al tetto (5c). Dalla sosta 3 è anche possibile salire direttamente con bella ed esposta arrampicata raggiungendo poi a destra la sosta 4 (6b, variante non attrezzata)
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Salire obliquando leggermente a sinistra con passaggi non sempre evidenti (5a) e uscire ad una spalletta.
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Superare un bel muretto un po’ verso sinistra (5b) poi lo sperone si abbatte e con bella arrampicata non obbligata si sale direttamente per 40 metri fino ad una pianta (3b)
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Attraversare a sinistra, superare un divertente muretto ben appigliato e per gradoni raggiungere una cengia con pianta alla base di un diedro fessurato (4b).
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Superare il diedro con bella arrampicata e al suo termine un muro verticale (6a) . Continuare poi in placca verso sinistra fino ad una cengia con un grande blocco incastrato (4c).
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Attraversare a destra per una quindicina di metri sotto ad un enorme tetto, superare una fessurina con difficile arrampicata fino al termine delle difficoltà (6a, passo A0)
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Si raggiungono i prati sommitali con un breve passaggio ed alcuni facili gradoni.
SVILUPPO:280 metri
TEMPO: ore 4 – 5
DIFFICOLTÀ: TD / D + (Obblig. 5c) Attrezzatura ♦
Materiale necessario: Alcuni chiodi a lama, martello, friends medi.
DISCESA: Doppie da 50m sulla via, oppure si può raggiungere verso destra la sommità di Rocca Morel e scendere poi sulle doppie di Via col Vento.
E’ anche possibile scendere a piedi nel canale che si trova sulla destra idrografica della via,
L’ARCO DEI FANTASMI ∗ ∗ ∗
1ª salita: F. Segatel, M. Segatel, G Latini primavera 2007
Via impegnativa che supera la parete sul margine sinistro a fianco dello Sperone della Liberazione.
RELAZIONE:
Superare un piccolo tetto e poi una bella placca (6b).
Continuare su un muretto verticale (6b+) e salire obliquando vero sinistra con passo tecnico nella sua parte terminale per poi affrontare uno strapiombo ben appigliato.
Segue il tiro più impegnativo che passa sotto un arco per poi superarlo e risalire una placca molto tecnica (7b?).
Affrontare un diedro (6b) per poi uscire su un comodo terrazzino.
Risalire uno speronino (5c) e spostarsi verso sinistra una pianta su un comodo cengione.
Scendere lungo la cengia per circa 10 metri fino a raggiungere una piccola pianta dove parte una bellissima fessura (6b+) che termina con dei diedri verso sinistra (sosta su pianta).
Superare un muretto verticale con un piccolo tetto (6c) e proseguire lungo una fessura fino alla sosta.
Se si vuole continuare fino in punta superare le ultime placche non attrezzate (3b)
SVILUPPO : 200 metri
DIFFICOLTÀ: ED- (Obblig. 6b+) Via attrezzata Necessari 14 rinvii
DISCESA: Dall’ultima sosta, con due doppie da 40 metri si raggiunge il cengione che si percorre poi a piedi fino al canale che riporta all’attacco della via.
VIA DII DOI GABIA ∗ ∗
1ª salita: Angelo Gaido e Mario Marone settembre 1976
La via, che risulta la prima a essere stata aperta sulla Rocca Morel, supera un evidente pilastro verticale, a forma di pera, sulla destra della parete principale.
Si tratta di un’itinerario aperto in più riprese con arrampicata prevalentemente artificiale (tutti i chiodi a pressione sono stati infissi con il perforatore manuale !).
Dopo alcune ripetizioni avvenute in seguito all’apertura, la via è caduta in disuso ed è stata abbandonata per oltre 20 anni. .
Recentemente è stata ripetuta con non poche difficoltà, a causa della vegetazione e delle zolle erbose che avevano invaso buona parte dei tratti da salire in arrampicata libera (F. Michelin e E. Messina ottobre 2007)
Successivamente la via è stata sommariamente ripulita nei tratti più critici e sono state rinforzate le soste per consentire la discesa in doppia (F. Michelin e E. Messina).
Gli amanti dei terreni d’avventura potranno trarre soddisfazione nel percorrere ancora questa via, che fa parte della storia dell’arrampicata della Val Chisone.
ACCESSO:
A) Salire nel bosco dietro alle case della borgata Albarea come per gli itinerari precedenti; dopo pochi minuti si raggiunge un sentiero pianeggiante che si segue verso destra fino a raggiungere la grande pietraia che scende dalla base del pilastro.
Risalirla fino all’attacco della via (ore 1,20)
B) Dal parcheggio del Bourcet seguire la strada sulla sinistra e lasciare l’auto nei pressi degli impianti sportivi.
Salire nel bosco piegando verso sinistra fino a portarsi in direzione della pietraia che porta alla base del Pilastro (0re 1,10
RELAZIONE:
1-2)Risalire per 45 metri un ripido canale erboso a sinistra della base del pilastro poi attraversare a destra e salire fino a raggiungere una grossa cengia (sosta su pianta IV+).
3) Salire a destra della pianta lungo un diedrino verticale non attrezzato ( IV+. V+) e poi lungo una fila di chiodi a pressione fino ad uscire su un’altra comoda cengia (A0, V).
4) Salire verso destra fino ad un piccolo terrazzino (AO, IV+))
5) Proseguire verticalmente passando in mezzo a due tetti poi portarsi a destra su una cengia erbosa ( AO, V ).
6) Alzarsi per qualche metro, superare una lama staccata poi attraversare a destra e riprendere un’altra fila di chiodi a pressione (V, A0); raggiunto un diedro, risalirlo per qualche metro poi uscire a destra lungo una fessura e sostare vicino ad una quercia secca (V, V+)
7) Proseguire verso sinistra su una cengia erbosa fino alla base di un muro con un chiodo a pressione, attraversare sulle placche a destra fino a raggiungere lo spigolo che si segue poi fino alla sommità del pilastro ( V, IV).
SVILUPPO: 150 metri (+ 40 metri di canale)
TEMPO: ore 3 – 4
DIFFICOLTÀ:TD (Obblig. V, A1)
Via attrezzata con vecchi chiodi a pressione (ancora affidabili) nei tratti in artificiale e parzialmente attrezzata con chiodi tradizionali nei tratti in libera ♦
MATERIALE NECESSARIO: 2 corde da 50 metri, 15 rinvii, una staffa, cordini, martello, quattro o cinque chiodi e alcuni friends medi.
DISCESA: in doppia sfruttando le soste della via.
Fonte: http://digilander.libero.it/fiorenzomichelin/Rocca%20Morel.doc