I Valdesi

I Valdesi Questo articolo è un breve racconto della storia della religione Valdese, per chi non conoscesse ancora come è nata questa religione che ha caratterizzato profondamente la storia della nostra valle. Il movimento nacque a Lione alla fine del XII secolo grazie ad un mercante di nome Valdo che decise di vivere seguendo i dettami della povertà evangelica e semplificando i legami “gerarchici” tra l’uomo e Dio che insegnava la chiesa Cattolica. I “poveri di Cristo” come si definivano, in Francia vennero presto scomunicati dal Papa e vennero loro tolti poteri civili e religiosi ma nel frattempo, agli inizi del XIII secolo, si erano già espansi fin sulle nostre montagne e in tutta Europa, costretti a vivere segretamente la loro professione. Venne quindi istituita la figura del Barba, il predicatore. Furono molte le difficoltà che il popolo valdese dovette attraversare prima di raggiungere la libertà di culto. Inquisizioni e massacri erano all’ordine del giorno e i due gruppi religiosi erano sempre più divisi ed ostili. All’epoca delle guerre di religione, tutta la Val Chisone, la Val Pellice e il territorio del Queyras erano valdesi. Intanto, nel 1532 aderirono alla Riforma Protestante diventando così una vera e propria chiesa organizzata. Solo 30 anni dopo la Chiesa Valdese ottenne, con fatica, alcuni diritti: il culto poteva essere professato in alcuni comuni della Val Pellice. Il “Glorioso Rimpatrio” di alcune migliaia di sopravvissuti rifugiatisi in Svizzera del 1689 dopo sanguinosi scontri e massacri è rimasto nella storia. I Valdesi erano ancora relegati in veri e propri ghetti e non era immaginabili, per esempio, un matrimonio tra due ragazzi appartenenti alle due religioni. Tutte e due le parti erano profondamente ferme sulle loro posizioni, senza possibilità di incontro. Questa situazione ha continuato ad inasprirsi per molti e molti anni in seguito, nonostante la svolta storica del 17 febbraio 1848: venne infatti emanato un editto firmato da Carlo Alberto che rendeva la popolazione valdese a pari diritti degli altri abitanti piemontesi e permetteva loro la libertà di culto. Da allora il 17 febbraio è la festa dei Valdesi: per festeggiare in tutte le valli vengono accesi dei falò in ricordo di quelli accesi la notte del 1848 per comunicare tra paesini delle valli l’avvenuta firma del decreto. Per quanto riguarda le caratteristiche del culto, sintetizzando, a differenza delle chiese cattoliche, all’interno dei templi valdesi non troverete immagini sacre, i pastori sono uomini e donne ed è permesso loro di sposarsi. La comunione non viene fatta giornalmente ed è composta da pane e vino. I sacramenti sono due: il battesimo e la comunione. A partire dal 1800 i valdesi e le loro istituzioni culturali, nello specifico scuole e ospedali, si affermarono sempre maggiormente e in positivo, facendo di Torre Pellice il centro del mondo valdese. Ad oggi, un terzo dei 45.000 valdesi del mondo risiedono in Piemonte, numerose comunità sono in Calabria, Germania ed America. Per fortuna le sanguinose guerre di religione restano un lontano ricordo e cattolici e valdesi convivono omogeneamente e in pace. Viene spontaneo domandarsi quanti secoli ancora ci vorranno per far sì che anche altre realtà più lontane da noi, riescano finalmente a convivere in pace e comunione, divenendo coscienti che il Dio sopra la nostra testa è sempre lo stesso, che si chiami Iahvè o Allah.

Inserito il 22 aprile 2004 alle 09:08:48 da Vale

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