Che palle sti stereotipi 25 modi di dire che ci hanno incasinato la vita di Laura Nacci e Marta Pettolino Valfrè

Che palle sti stereotipi 25 modi di dire che ci hanno incasinato la vita di Laura Nacci e Marta Pettolino Valfrè

Che palle sti stereotipi 25 modi di dire che ci hanno incasinato la vita di Laura Nacci e Marta Pettolino Valfrè

Fabbri editore

Che dire?. L’unione tra una linguista classica ed una linguista cognitiva ha prodotto un libro strepitoso. In un paese in cui una donna viene uccisa ogni tre giorni per mano di un marito, compagno, ex marito, ex fidanzato queste riflessioni ad alta voce, la voce dell’universo femminile, scritte in modo funny devono perlomeno far riflettere. I pensieri devono servire a questo.

Lo scrivente seppur teorizzatore della promulgazione dell’educazione e del rispetto delle donne fin dalla tenere età e non teorico del machismo inteso come senso di superiorità di genere, ha preso qualche schiaffetto leggendo questo libro. Nion tanto perché si appropria di un linguaggio che è comunque comune (bisogna essere onesti) quanto perché si è domandato quante parole sentite ha fatto scorrere senza battere ciglio.

E quante ne ha sentite perché ripeto l’elenco delle frasi stereotipo che provvederò a scrivere a mò di esempio sono non solo espresse ma anche pensate silenziosamente.

“Sei una con le palle”, “sei una donna cazzuta”, “prenderlo in quel posto”, “quella è proprio una maestrina”, “La nostra Luisa” per dare un senso pubblico di distacco, “Chissà a chi l’ha data per fare carriera”, “sei frigida!”, “la mercanzia in bella vista”, “Non ce l’ha solo tu”, “Sei proprio isterica o fatti una scopata”, “truccata così sembri fare un altro lavoro”.

Sono 25 e per ogni stereotipo c’è un cosa succede a livello mentale e sociale se continuamo a parlare così, come rispondere ad una frase stereotipo e sessista tra amici ed in modo formale ed more important come dirlo con altre parole.

Il suggest è leggere come dirlo in altre parole e non ripetendo a pappagallo per essere politically correct ma esprimendo convintamente un altro modo di espressione. Significherebbe un deciso cambio culturale perché il cambio culturale è nella mind. Si può pensare e si deve pensare all’universo femminile in altro modo.

Leggerlo significa, per il genere maschile, fare una profonda introspezione nelle convinzioni più nascoste, leggerlo per l’universo femminile significa appropriarsi della propria identità. Ma sempre per l’universo femminile non farsi condizionare da subdole competizioni che portano ad utilizzare gli stessi stereotipi per descrivere un’altra donna.

Non è banale ma mi viene in mente che spesso sentiamo dire ad un bambino “non piangere come una femminuccia” . Un pensiero ancestrale, uomo forte, donna ai margini. L’uomo fa la guerra, la donna la subisce.

Il libro è diviso in cinque capitoli: vagina, testicoli e dintorni perché anche le espressioni relative al corpo sono marcatamente maschiliste, al lavoro siamo tutte signorine buonasera, autoerotismo magari, il giudizio universale, fallo in love. Dicevo funny, chiaro e diretto come deve essere. Si chiama vagina non cerchiamo altri nomi per nasconderla come se fosse una vergogna.

Si chiude con una pagina riflessione. Come dirlo con altre parole. Perché dirlo?. La riflessione deve essere di ogni lettore.

La mia è che palle sti stereotipi, basta! pensate liberi senza preclusioni, vincoli morali, sociali e messaggi subliminali (non piangere come una femminuccia) che ci restano incollati alla pelle. La donna non è nè un possesso personale nè un’usucapione. Potrebbe essere un bel passo iniziale.

Da segnare come to buy.

Marta Pettolino Valfrè ha una laurea in comunicazione, una in psicologia e certificazioni nazionali e internazionali in comunicazione non verbale, coaching e mindfulness. Insegna all’Università degli studi di Torino. Ha recentemente pubblicato editore Franco Angeli: “il corpo emotivo nel pubblic speaking”.

Laura Nacci linguista, studiosa e docente di temi legati al gender equality è direttrice della formazione di SheTech ente no profit che contribuisce a portare la parità di genere nei settori digital e tech

 

Radio Rebelde, Santiago de Cuba

 

 

One thought on “Che palle sti stereotipi 25 modi di dire che ci hanno incasinato la vita di Laura Nacci e Marta Pettolino Valfrè

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *