Il FOEHN (favonio) è un vento di caduta e sovente più caldo della massa d'aria preesistente. Quando si verifica nelle Alpi occidentali le correnti d'aria scendono lungo le vallate alpine, raggiungendo intensità molto forti, e possono giungere a interessare ampie porzioni di pianura. Il suo effetto di riscaldamento è maggiormente riscontrabile in inverno, quando può far salire la temperatura in poche ore anche di 10-20"C. La condizione meteorologica che porta condizioni di foehn si viene a creare quando una massa d'aria umida ( ad esempio un fronte freddo) incontra una catena montuosa, venendo così costretta a salire.
Questo fenomeno viene chiamato stau (sbarramento). Durante il solleva mento forzato l'aria si espande e si raffredda, giungendo oltre ad una certa quota a condensare e formare precipitazione. L'ascesa di una massa d'aria umida la porta a raffreddarsi di circa 4-5'C in 1000 metri, un raffreddamento piuttosto moderato, questo a causa del calore latente fornito all'aria dalla condensazione del vapore acqueo.
Quando l'aria raggiunge la sommità della catena montuosa, oltre ad avere rilasciato gran parte della sua umidità, scende dall'altro lato riscaldandosi di circa 10'C ogni 1000 m; inoltre, la massa d'aria viene costretta ad un ulteriore riscaldamento per compressione, incanalandosi nelle strette valli alpine. La compressione sul versante dello Stau crea una notevole differenza di pressione a cavallo della catena montuosa: le condizioni di foehn infatti sono un raro esempio di tempo stabile e soleggiato associato ad un calo della pressione.
Il riscaldamento del foehn spesso è solamente temporaneo! Infatti può accadere che, quando cessa il vento, le temperature calino di parecchi gradi,a causa della notevole escursione termica che si verifica tra giorno e notte in condizioni di cielo sereno e assolutamente limpido lasciato dal precedente foehn. Il foehn si verifica anche dal lato svizzero-francese della catena alpina, quando una intensa perturbazione proveniente da sud, associata a venti di scirocco, porta forti piogge e nuvolosità sui versanti alpini italiani,venendo a creare condizioni di stau.
Fonte: meteo vetta Piemonte
TORINO IN COMUNE LISTA CANDIDATI. Juri Bossuto, Raffaella Calvo, Eleonora Artesio, Michele Curto, Roberto Lamacchia, Chiara Ajetti, Davide Arcidiacono, Antonella Argentini, Fiorenza Arisio, Mauro Canavese, Roberta Avella, Luigi Caporale, Beatriz Blacido Enriquez, Giancarlo Chiusano, Simona Barberis, Alessandra Cubello, Elena Buffa, Sergio Forelli, Daniela Calisi, Alessandro Frezzato, Georges Kouassan, Enrica Colombo, Massimo Lapolla, Aurora Laurenti, Franco Lattes, Giovanna Lopresti, Leandro Moro, Martina Massimello, Luciano Richetto, Patrizia Mussano, Luigi Romeo, Anna Palermo, Giustino Scotto d'Aniello, Paola Procacci, Claudio Scazzocchio, Luisa Ricaldone, ,Massimo Silla, Giuliana Valle, Julia Vermena, Camilla Zulianello
I candidati presidente di circoscrizione sono
1 ALberto Re
2 Juri Bossuto (2 ed ex10)
3 Daniela Alfonzi
4 Simone Ciabattoni
5 Chiara Ajetti
6 Eleonora Artesio
7 Michele Berghelli
8 Giovanni Pagliero
Sabato 23 aprile presso il cinema Eliseo si è svolto un incontro tra tutti i candidati di Torino in Comune per il comune e per le circoscrizioni. Il candidato sindaco Giorgio Airaudo è nella segreteria nazionale della FIOM e nel 2013 è stato eletto alla Camera dei deputati come indipendente nelle liste di SEL
Tra poche ore sapremo quali sono stati i risultati del ballottaggio nelle principali città. Sui principali giornali alla voce vittoria o sconfitta di Renzi, come se un voto cittadino avesse realmente valenza nazionale, è stata dimenticata Napoli. Se volessimo ragionare in quest'ottica sarebbe la prima vera sconfitta renziana in questa tornata elettorale: la candidata pd neppure al ballottaggio.
Si dice che tra Torino, Roma e Milano portare a casa zero sindaci sarebbe un segnale d'allarme. A Milano i due candidati hanno detto cose simili per due settimane salvo concedersi il lusso sul finire di entusiasmare i rispettivi elettorati con più insulti che programmi.
A Roma il pd il sindaco l'aveva. Ignazio Marino. Sarà questa la vera sconfitta di Renzi, perdere la città con un candidato che non aveva neppure granchè voglia di candidarsi. A Roma è parso che nessuno avesse ed abbia reale intenzione di vincere. La vera sfida, forse, è proprio Torino. Non ci aspettava nell'entourage fassiniano un ballottaggio dopo la spinta dell'ultima settimana. Chiara Appendino forse non credeva di arrivare al ballottaggio e con notevoli speranze di vincere. Non è parsa almeno finora una corsa al voto. Si è persino parlato di programmi ma anche a Torino non è disfida nazionale con valenza nazionale. Il sistema Torino sempre lui da decenni contro il nuovo di un movimento che non è partito e che afferma che destra e sinistra non esistono più. Il vero segnale semmai è l'astensionismo. La nuova dc alias il pd renziano non attrae non ha appeal non ha territorio. Il movimento cinque stelle è alla prova governo forse per la prima volta avrà l'opportunità di governare grandi città. Salvo autogol alla Pizzarotti. Per il resto scompare la destra dove divisa (alla resa dei conti Berlusconi-Salvini) la sinistra attende di essere partito nazionale e non un'insieme di comune. Gli elettori di sinistra non capiscono più i mille rivoli e le mille divisioni.
Juri Bossuto è stato presidente della circoscrizione due di Torino dal 2001 al 2006. Autore di libri è candidato presidente per la lista Torino in Comune circoscrizione due e per il consiglio comunale.
Che tipo di campagna stiamo vivendo?
“Questa campagna elettorale è strana: poco percepita dalla gente (se non per i tram pieni di foto e simboli soprattutto dei Moderati) ma, in compenso, molto tesa a Sinistra. L'unica che va dritta sulla sua strada senza fare "rumore" è proprio Appendino, mentre PD ed alleati guardano la lista Airaudo con grande timore e rabbia, malgrado sia stata loro la scelta di rompere scegliendo quali alleati i Moderati e presto Napoli”.
Torino una città che cambia pelle almeno dicono. Cosa ne pensi del cambiamento ed esiste realmente una “Torino da bere” o nel tuo giro elettorale intravvedi una dimensione completamente diversa?
“Torino in quindici anni ha seppellito la fabbrica senza ritrovare una sua nuova identità. La città sta attraversando una crisi simile a quella che visse all’indomani della perdita del titolo di capitale (1864 mi pare) con la differenza che all'epoca la classe politica, seppur contaminata anche in quegli anni da un premier toscano ed arrogante quale era Minghetti, si dimostrò capace nel progettare un futuro, mentre oggi gli esecutivi non vedono oltre il proprio piccolo naso (preoccupazioni solamente sul piccolo cabotaggio e disattenzione per il resto). Su tale premessa alla fine il cambiamento odierno è stato affidato agli stessi che hanno affossato la fabbrica, per fare più profitto, delocalizzandola all’estero: casa Agnelli (e amici).
Arrivano così le Olimpiadi e la Torino da bere ma, con questo, anche un sistema chiuso quanto asfittico, il noto Sistema Torino, che oltre distribuire seggiole, ai soliti noti, non è riuscito a far fare un salto in avanti alla nostra povera città. Si, povera poiché sono 200.000 i torinesi che non mettono insieme pranzo con cena. Mentre il centro si riempie di turisti, vero, il settore stesso non da lavoro (se non ai soliti noti) con la conseguenza che gli operatori turistici sono alla canna del gas. Inoltre mentre le periferie sono state abbandonate a se stesse, salvo citarle ora in campagna elettorale, il centro ha conosciuto cantieri che lo hanno massacrato (anche per qualità materiali come in piazza Castello)”.
Qual è il ruolo della sinistra?
“Non volevo candidarmi, mi ha convinto la novità, voluta da Airaudo, di aprire a molti indipendenti, come me. Dopo la privatizzazione degli asili torinesi, ben nove, sono stato schifato dalla Sinistra di potere, tra cui in primis l'assessore all'Istruzione, al punto da non volerne più sapere.
Occorre rinnovare questa Sinistra dandole progetti, idee a lungo periodo e coerenza, oltre e nuovi quadri giovani e non infettati da arrivismo. Non so se riusciremo tutti insieme, ma sono certo che un fallimento premierà solamente un modello clientelare (da cui l’amministrazione Fassino non è certo immune, anzi) che toglie soldi alla comunità per versarli al solito giro, e l'affermazione di una rivoluzione nera (neofascista) oltre all'ascesa del voto di protesta”.
La lista Torino in comune in circoscrizione due è stata protagonista di numerose iniziative. Quali sono le vostre priorità?
“In Circoscrizione proviamo a cambiare l’aria viziata resa tale da chi ha governato in questi ultimi 10 anni, individuando nelle aree verdi il simbolo della cura, e difesa, dei beni collettivi (vedi acqua, piante, spazi). Proviamo a riportare al centro il welfare e la comunità territoriale, passando dalla trasparenza e dalla partecipazione. Il verde pubblico è il nostro simbolo, in queste amministrative, poiché racchiude la sintesi dei beni comuni: acqua (Toretti), verde, alberate e giochi. Giardini come luoghi dove si accanisce anche la speculazione del privato (parcheggi pertinenziali) ed incuria.
Un programma ambizioso nel nostro martoriato Paese e che altrove invece si attua: agli elettori la possibilità di voltare pagina, conoscendo così altri mondi possibili.
La legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne normative a livello internazionale prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio debba sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare i terremoti più forti, salvaguardando prima di tutto le vite umane.
Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. I Decreti Ministeriali emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il 1984 avevano classificato complessivamente 2.965 comuni italiani su di un totale di 8.102, che corrispondono al 45% della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40% della popolazione.
Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.
A tal fine è stata pubblicata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003.
Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 - "Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale.
Zona 1 - E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti |
Zona 2 - In questa zona possono verificarsi forti terremoti |
Zona 3 - In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari |
Zona 4 - E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari |
Di fatto, sparisce il territorio “non classificato”, e viene introdotta la zona 4, nella quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. A ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia (zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g).
L'attuazione dell'ordinanza n.3274 del 2003 ha permesso di ridurre notevolmente la distanza fra la conoscenza scientifica consolidata e la sua traduzione in strumenti normativi e ha portato a progettare e realizzare costruzioni nuove, più sicure ed aperte all’uso di tecnologie innovative.
Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido (OPCM 3519/06)
Zona sismica |
Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag) |
1 |
ag >0.25 |
2 |
0.15 <ag≤ 0.25 |
3 |
0.05 <ag≤ 0.15 |
4 |
ag ≤ 0.05 |
Nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale, alcune Regioni hanno classificato il territorio nelle quattro zone proposte, altre Regioni hanno classificato diversamente il proprio territorio, ad esempio adottando solo tre zone (zona 1, 2 e 3) e introducendo, in alcuni casi, delle sottozone per meglio adattare le norme alle caratteristiche di sismicità.
Per il dettaglio e significato delle zonazioni di ciascuna Regione, si rimanda alle disposizioni normative regionali(190 Kb).
Qualunque sia stata la scelta regionale, a ciascuna zona o sottozone è attribuito un valore di pericolosità di base, espressa in termini di accelerazione massima su suolo rigido (ag). Tale valore di pericolosità di base non ha però influenza sulla progettazione.
Le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008), infatti, hanno modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali: per ciascuna zona – e quindi territorio comunale – precedentemente veniva fornito un valore di accelerazione di picco e quindi di spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolo delle azioni sismiche.
Dal 1 luglio 2009 con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale dell’opera. Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del territorio nazionale, su una maglia quadrata di 5 km di lato, indipendentemente dai confini amministrativi comunali.
Codice Istat | Denominazione | Classificazione 2015 |
1001 | Agliè | 4 |
1002 | Airasca | 3 |
1003 | Ala di Stura | 3 |
1004 | Albiano d'Ivrea | 4 |
1005 | Alice Superiore | 4 |
1006 | Almese | 3 |
1007 | Alpette | 4 |
1008 | Alpignano | 3 |
1009 | Andezeno | 4 |
1010 | Andrate | 4 |
1011 | Angrogna | 3s |
1012 | Arignano | 4 |
1013 | Avigliana | 3 |
1014 | Azeglio | 4 |
1015 | Bairo | 4 |
1016 | Balangero | 4 |
1017 | Baldissero Canavese | 4 |
1018 | Baldissero Torinese | 4 |
1019 | Balme | 3 |
1020 | Banchette | 4 |
1021 | Barbania | 4 |
1022 | Bardonecchia | 3 |
1023 | Barone Canavese | 4 |
1024 | Beinasco | 4 |
1025 | Bibiana | 3s |
1026 | Bobbio Pellice | 3s |
1027 | Bollengo | 4 |
1028 | Borgaro Torinese | 4 |
1029 | Borgiallo | 4 |
1030 | Borgofranco d'Ivrea | 4 |
1031 | Borgomasino | 4 |
1032 | Borgone Susa | 3 |
1033 | Bosconero | 4 |
1034 | Brandizzo | 4 |
1035 | Bricherasio | 3s |
1036 | Brosso | 4 |
1037 | Brozolo | 4 |
1038 | Bruino | 3 |
1039 | Brusasco | 4 |
1040 | Bruzolo | 3 |
1041 | Buriasco | 3 |
1042 | Burolo | 4 |
1043 | Busano | 4 |
1044 | Bussoleno | 3 |
1045 | Buttigliera Alta | 3 |
1046 | Cafasse | 4 |
1047 | Caluso | 4 |
1048 | Cambiano | 4 |
1049 | Campiglione Fenile | 3s |
1050 | Candia Canavese | 4 |
1051 | Candiolo | 4 |
1052 | Canischio | 4 |
1053 | Cantalupa | 3s |
1054 | Cantoira | 3 |
1055 | Caprie | 3 |
1056 | Caravino | 4 |
1057 | Carema | 4 |
1058 | Carignano | 4 |
1059 | Carmagnola | 4 |
1060 | Casalborgone | 4 |
1061 | Cascinette d'Ivrea | 4 |
1062 | Caselette | 3 |
1063 | Caselle Torinese | 4 |
1064 | Castagneto Po | 4 |
1065 | Castagnole Piemonte | 3 |
1066 | Castellamonte | 4 |
1067 | Castelnuovo Nigra | 4 |
1068 | Castiglione Torinese | 4 |
1069 | Cavagnolo | 4 |
1070 | Cavour | 3 |
1071 | Cercenasco | 3 |
1072 | Ceres | 3 |
1073 | Ceresole Reale | 3 |
1074 | Cesana Torinese | 3 |
1075 | Chialamberto | 3 |
1076 | Chianocco | 3 |
1077 | Chiaverano | 4 |
1078 | Chieri | 4 |
1079 | Chiesanuova | 4 |
1080 | Chiomonte | 3 |
1081 | Chiusa di San Michele | 3 |
1082 | Chivasso | 4 |
1083 | Ciconio | 4 |
1084 | Cintano | 4 |
1085 | Cinzano | 4 |
1086 | Ciriè | 4 |
1087 | Claviere | 3 |
1088 | Coassolo Torinese | 4 |
1089 | Coazze | 3s |
1090 | Collegno | 4 |
1091 | Colleretto Castelnuovo | 4 |
1092 | Colleretto Giacosa | 4 |
1093 | Condove | 3 |
1094 | Corio | 4 |
1095 | Cossano Canavese | 4 |
1096 | Cuceglio | 4 |
1097 | Cumiana | 3s |
1098 | Cuorgnè | 4 |
1099 | Druento | 4 |
1100 | Exilles | 3 |
1101 | Favria | 4 |
1102 | Feletto | 4 |
1103 | Fenestrelle | 3s |
1104 | Fiano | 4 |
1105 | Fiorano Canavese | 4 |
1106 | Foglizzo | 4 |
1107 | Forno Canavese | 4 |
1108 | Frassinetto | 4 |
1109 | Front | 4 |
1110 | Frossasco | 3s |
1111 | Garzigliana | 3s |
1112 | Gassino Torinese | 4 |
1113 | Germagnano | 3 |
1114 | Giaglione | 3 |
1115 | Giaveno | 3s |
1116 | Givoletto | 3 |
1117 | Gravere | 3 |
1118 | Groscavallo | 3 |
1119 | Grosso | 4 |
1120 | Grugliasco | 4 |
1121 | Ingria | 4 |
1122 | Inverso Pinasca | 3s |
1123 | Isolabella | 4 |
1124 | Issiglio | 4 |
1125 | Ivrea | 4 |
1126 | La Cassa | 3 |
1127 | La Loggia | 4 |
1128 | Lanzo Torinese | 4 |
1129 | Lauriano | 4 |
1130 | Leini | 4 |
1131 | Lemie | 3 |
1132 | Lessolo | 4 |
1133 | Levone | 4 |
1134 | Locana | 3 |
1135 | Lombardore | 4 |
1136 | Lombriasco | 3 |
1137 | Loranzè | 4 |
1138 | Lugnacco | 4 |
1139 | Luserna San Giovanni | 3s |
1140 | Lusernetta | 3s |
1141 | Lusigliè | 4 |
1142 | Macello | 3s |
1143 | Maglione | 4 |
1144 | Marentino | 4 |
1145 | Massello | 3s |
1146 | Mathi | 4 |
1147 | Mattie | 3 |
1148 | Mazzè | 4 |
1149 | Meana di Susa | 3 |
1150 | Mercenasco | 4 |
1151 | Meugliano | 4 |
1152 | Mezzenile | 3 |
1153 | Mombello di Torino | 4 |
1154 | Mompantero | 3 |
1155 | Monastero di Lanzo | 3 |
1156 | Moncalieri | 4 |
1157 | Moncenisio | 3 |
1158 | Montaldo Torinese | 4 |
1159 | Montalenghe | 4 |
1160 | Montalto Dora | 4 |
1161 | Montanaro | 4 |
1162 | Monteu da Po | 4 |
1163 | Moriondo Torinese | 4 |
1164 | Nichelino | 4 |
1165 | Noasca | 3 |
1166 | Nole | 4 |
1167 | Nomaglio | 4 |
1168 | None | 3 |
1169 | Novalesa | 3 |
1170 | Oglianico | 4 |
1171 | Orbassano | 3 |
1172 | Orio Canavese | 4 |
1173 | Osasco | 3s |
1174 | Osasio | 3 |
1175 | Oulx | 3 |
1176 | Ozegna | 4 |
1177 | Palazzo Canavese | 4 |
1178 | Pancalieri | 3 |
1179 | Parella | 4 |
1180 | Pavarolo | 4 |
1181 | Pavone Canavese | 4 |
1182 | Pecco | 4 |
1183 | Pecetto Torinese | 4 |
1184 | Perosa Argentina | 3s |
1185 | Perosa Canavese | 4 |
1186 | Perrero | 3s |
1187 | Pertusio | 4 |
1188 | Pessinetto | 3 |
1189 | Pianezza | 4 |
1190 | Pinasca | 3s |
1191 | Pinerolo | 3s |
1192 | Pino Torinese | 4 |
1193 | Piobesi Torinese | 3 |
1194 | Piossasco | 3 |
1195 | Piscina | 3 |
1196 | Piverone | 4 |
1197 | Poirino | 4 |
1198 | Pomaretto | 3s |
1199 | Pont-Canavese | 4 |
1200 | Porte | 3s |
1201 | Pragelato | 3 |
1202 | Prali | 3s |
1203 | Pralormo | 4 |
1204 | Pramollo | 3s |
1205 | Prarostino | 3s |
1206 | Prascorsano | 4 |
1207 | Pratiglione | 4 |
1208 | Quagliuzzo | 4 |
1209 | Quassolo | 4 |
1210 | Quincinetto | 4 |
1211 | Reano | 3 |
1212 | Ribordone | 4 |
1213 | Rivalba | 4 |
1214 | Rivalta di Torino | 3 |
1215 | Riva presso Chieri | 4 |
1216 | Rivara | 4 |
1217 | Rivarolo Canavese | 4 |
1218 | Rivarossa | 4 |
1219 | Rivoli | 3 |
1220 | Robassomero | 4 |
1221 | Rocca Canavese | 4 |
1222 | Roletto | 3s |
1223 | Romano Canavese | 4 |
1224 | Ronco Canavese | 4 |
1225 | Rondissone | 4 |
1226 | Rorà | 3s |
1227 | Roure | 3s |
1228 | Rosta | 3 |
1229 | Rubiana | 3 |
1230 | Rueglio | 4 |
1231 | Salassa | 4 |
1232 | Salbertrand | 3 |
1233 | Salerano Canavese | 4 |
1234 | Salza di Pinerolo | 3s |
1235 | Samone | 4 |
1236 | San Benigno Canavese | 4 |
1237 | San Carlo Canavese | 4 |
1238 | San Colombano Belmonte | 4 |
1239 | San Didero | 3 |
1240 | San Francesco al Campo | 4 |
1241 | Sangano | 3 |
1242 | San Germano Chisone | 3s |
1243 | San Gillio | 4 |
1244 | San Giorgio Canavese | 4 |
1245 | San Giorio di Susa | 3 |
1246 | San Giusto Canavese | 4 |
1247 | San Martino Canavese | 4 |
1248 | San Maurizio Canavese | 4 |
1249 | San Mauro Torinese | 4 |
1250 | San Pietro Val Lemina | 3s |
1251 | San Ponso | 4 |
1252 | San Raffaele Cimena | 4 |
1253 | San Sebastiano da Po | 4 |
1254 | San Secondo di Pinerolo | 3s |
1255 | Sant'Ambrogio di Torino | 3 |
1256 | Sant'Antonino di Susa | 3s |
1257 | Santena | 4 |
1258 | Sauze di Cesana | 3 |
1259 | Sauze d'Oulx | 3 |
1260 | Scalenghe | 3 |
1261 | Scarmagno | 4 |
1262 | Sciolze | 4 |
1263 | Sestriere | 3 |
1264 | Settimo Rottaro | 4 |
1265 | Settimo Torinese | 4 |
1266 | Settimo Vittone | 4 |
1267 | Sparone | 4 |
1268 | Strambinello | 4 |
1269 | Strambino | 4 |
1270 | Susa | 3 |
1271 | Tavagnasco | 4 |
1272 | Torino | 4 |
1273 | Torrazza Piemonte | 4 |
1274 | Torre Canavese | 4 |
1275 | Torre Pellice | 3s |
1276 | Trana | 3 |
1277 | Trausella | 4 |
1278 | Traversella | 4 |
1279 | Traves | 3 |
1280 | Trofarello | 4 |
1281 | Usseaux | 3s |
1282 | Usseglio | 3 |
1283 | Vaie | 3 |
1284 | Val della Torre | 3 |
1285 | Valgioie | 3 |
1286 | Vallo Torinese | 4 |
1287 | Valperga | 4 |
1288 | Valprato Soana | 4 |
1289 | Varisella | 3 |
1290 | Vauda Canavese | 4 |
1291 | Venaus | 3 |
1292 | Venaria Reale | 4 |
1293 | Verolengo | 4 |
1294 | Verrua Savoia | 4 |
1295 | Vestignè | 4 |
1296 | Vialfrè | 4 |
1297 | Vico Canavese | 4 |
1298 | Vidracco | 4 |
1299 | Vigone | 3 |
1300 | Villafranca Piemonte | 3 |
1301 | Villanova Canavese | 4 |
1302 | Villarbasse | 3 |
1303 | Villar Dora | 3 |
1304 | Villareggia | 4 |
1305 | Villar Focchiardo | 3s |
1306 | Villar Pellice | 3s |
1307 | Villar Perosa | 3s |
1308 | Villastellone | 4 |
1309 | Vinovo | 4 |
1310 | Virle Piemonte | 3 |
1311 | Vische | 4 |
1312 | Vistrorio | 4 |
1313 | Viù | 3 |
1314 | Volpiano | 4 |
1315 | Volvera | 3 |
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Le elezioni regionali: candidati governatori sicuri e probabili By Maya A quattro mesi dalle elezioni regionali in alcune regioni non è ancora chiaro il nome di uno dei due sfidanti polista/ulivista. Si voterà in quattordici regioni, 8 a maggioranza polista (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Lazio, Abruzzo, Calabria, Puglia) e 6 a maggioranza ulivista (Emilia-romagna, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Basilicata). La situazione è ulteriormente complicata dalle tentazioni di qualche attuale governatore e di qualche sfidante di presentarsi con lista con nome proprio, malgrado i divieti veri e presunti degli schieramenti di appartenenza: saranno undici i governatori a ripresentarsi, sette del polo (più il probabile Chiaravallotti di Fi in Calabria) e quattro dell’Ulivo. Vediamo la situazione regione per regione. In Piemonte il polo presenterà Ghigo(Forza Italia, uno di quelli con la famosa tentazione?) mentre l’Ulivo nelle ultime ore sembra orientato sulla candidatura di Mercedes Bresso, parlamentare europeo, ex presidente della Provincia, nome forte dei ds. Non esistono sondaggi, l’esito potrebbe essere incerto. In Liguria Sandro Biasotti un’indipendente all’interno della Casa delle Libertà verrebbe sfidato da Claudio Burlando, nome importante in Regione, ex ministro. In questi due collegi del nord l’Ulivo conta di vincere. Prima delle elezioni suppletive di qualche mese fa la conferma di Roberto Formigoni (anche lui tentato, tentatissimo dalla lista personale) al Pirellone doveva essere una semplice formalità, ora dopo la vittoria ulivista in una roccaforte del polo, si sono riaccese tiepide speranze. Non definita la candidatura dell’Ulivo, spunta il nome Rivera ex calciatore del Milan, partito della Margherita: un nome, un possibile valore aggiunto in grado di colmare il gap. Se la Lombardia potrebbe riservare qualche sorpresa non sarà così nel Veneto dove il Polo conta sulla riconferma quasi sicura di Giancarlo Galan. L’indipendente Carraro non sembra in grado di essere valido avversario. Non ci dovrebbe essere dubbi sull’esito finale neppure in Emilia, Toscana e Umbria dove i tre governatori dell’Ulivo dovrebbero essere riconfermati anche senza l’appoggio iniziale di Rifondazione. In tutti e tre i collegi il Polo deve scegliere lo sfidante, l’impresa sarà convincere un candidato a schierarsi in una regione persa in partenza. Vasco Errani, Claudio Martini e Maria Rita Lorenzetti rispettivamente in Emilia, Toscana ed Umbria saranno confermati indipendentemente dall’avversario. Nelle Marche non si ricandida l’attuale presidente, D’Ambrosio e l’Ulivo lo sostituisce con Gian Mario Spacca. Incerto lo sfidante, finora è emerso solo il nome di Mario Baldassari di An. In Abruzzo Gianfranco Pace di An, presidente uscente sfiderà Luciano D’Alfonso della Margherita: difficile un pronostico. La sfida nel Lazio sarà animata da un duello mediatico quasi nazionale: contro l’attuale governatore Francesco Storace si candida Antonio Marrazzo. Una lista Storace viene indicata al primo posto tra le liste del Polo, medita lo stesso colpo anche Marrazzo difensore televisivo contro le truffe più o meno scoperte. Alcune voci danno una sostanziale parità, il Lazio è una regione chiave. In Campania Antonio Bassolino, presidente uscente attende ancora di conoscere il nome dello sfidante: sicuramente (o quasi) dovrebbe essere uno di Alleanza Nazionale. Un ruolo decisivo potrebbe giocarlo un’eventuale candidatura Mussolini Alessandra, parlamentare europea, in grado di strappare consensi al Polo. Stesso discorso per Raffaele Fitto di Forza Italia, presidente uscente. L’Ulivo è incerto tra un candidato della Margherita ed uno di Rifondazione, la logica centrista dove far prevalere il primo anche se Nicki Vendola ha le carte in regola per giocarsi il duello. In alto mare la situazione in Basilicata dove il governatore Bubbico non si ricandiderà: delle due opzioni dell’Ulivo e di quella del polo non dovrebbe rimanere molto visto che sono tutti e tre indagati. Dubbi anche in Calabria per entrambi i Poli: non si sa se Giuseppe Chiaravallotti si ricandiderà, l’Ulivo è incerto tra Loiero e Latorre. Dedicherò grande spazio (come al solito per gli avvenimenti politici di rilievo )alle elezioni regionali, in particolare a quelle del Piemonte con la presentazione di candidati e partiti: varrà lo stesso criterio d’obiettività che ha contraddistinto le elezioni comunali e provinciali (nomi di tutti i candidati, nessuno escluso). Maya@valchisone.it CURIOSANDO TRA LE LISTE MINORI PRESENTATE NEL 2000 Nel 2000 si votò in quattordici regioni a statuto ordinario: Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria. In Molise per via di un ricorso si rivotò l’anno successivo, primo evento di questo tipo relativamente alle regionali. Complessivamente si presentarono 61 candidati governatori, 28 dei quali facevano riferimento alla Casa delle libertà e alla GAD. Rifondazione comunista si presentò con lista propria solo in Toscana: il candidato Pecorini Niccolò ottenne un discreto risultato. In Piemonte furono cinque: Enzo Ghigo, Livia Turco, Francesca Calvo, Emma Bonino ed Antonio Tevere. Tutti i candidati della Cdl si presentarono sotto lo slogan “per” seguito dal nome della regione d’appartenenza. Le liste con nome personale furono tre, non autonome e tutte in seno alla Gad. Massimo Cacciari in Veneto, Piero Badaloni nel Lazio e con Bassolino in Campania. Solo Bassolino vinse in Campania contro Antonio Rastrelli. Il partito umanista si presentò in quattro regioni: in Piemonte con Antonio Tevere, in Liguria con Menghini Irene come candidato alla presidenza della regione, in Toscana con Paolo Vecchi e nel Lazio con Larena Marina. La lista Pannella-Bonino, fuori dai Poli, si presentò in tutte e quattordici regioni. In Piemonte Francesca Calvo fu la capolista dei polo federalista. In Veneto si presentarono il Fronte Marco Polo (Padovan Fabio candidato presidente), e i Veneti d’Europa con Comencini Fabrizio. Azione Popolare in Emilia-Romagna con Rasmi Carlo, il Pri con Sbarbati Luciana nelle Marche. Le Marche videro la presentazione anche della lista “Viva le Marche” con Buoncompagni Enrico. Nel Lazio dove vinse Francesco Storace si presentò Autonomia Liberale con Severino Antinori candidato alla presidenza. In Abruzzo comparve la lista Fronte nazionale, in Molise il Movimento sociale Fiamma Tricolore. Granillo Vittorio fu il candidato dei Cobas in Campania, Giancarlo Cito fu il candidato per la lista Cito-Lega meridionale. Liste minori anche in Basilicata con Nuovo progetto (Postiglione Bonaventura candidato) e in Calabria con Diritti civili di Corbelli Francesco Saverio. ELEZIONI REGIONALI IL CASO RADICALE ED I PRIMI SONDAGGI. Liberate Giuliana, giornalista di pace L’Italia è spaccata, il caso Del Piero scuote le coscienze del paese. Persino i democratici di sinistra ritrovano l’unità e votano plebiscitariamente Massimo D’Alema presidente. Sarà antipatico ma ha le stigmate del leader e se ritrova, come pare aver ritrovato, un minimo di percorso politico, può essere la chiave in più nel duello Berlusconi-Prodi che si profila nel 2006. Intanto siamo alle elezioni regionali del 2005 ed il paese è scosso dal caso radicale. Ovvero la politica all’asta. Un giorno con il centro-destra, il giorno dopo con il centro-sinistra, un giorno ad un congresso, il giorno dopo all’altro. Valutino i partiti il nostro peso elettorale consultando i cinque major sondaggisti di questa bella Italia. Così Pannella. Risponde prontamente la Stampa pubblicandone uno fresco fresco. Ulivo e Polo o se preferite Cdl e Gad sono alla pari, i radicali al due per cento. Il flirt con il centro-sinistra sembra sospeso ed io sto con Follini: basta con questa politica da figurine Panini, bellissime e pezzo della nostra storia, tuttavia per la politica si ispira a qualcosa di diverso dal mercato calcistico. Pannella è un navigato politico, notoriamente impegnato tra un pasto e l’altro in sponsorizzatissimi scioperi della fame. Ha combattuto battaglie giuste e nobili, in passato, ora vivacchia tra liberismo e liberalismo. Con il sondaggio sopra citato ha la possibilità di alzare il tiro. Perché può risultare l’ago della bilancia in questa politica da mercato. Chissà come la prenderanno i cattolici della Cdl, in caso di accordo. Faccio un esempio: Buttiglione?. Pannella che è un navigato politico può aprire la strada ad un futuro mercato della politica, non ad personam ma a partito. Con il 2% in una situazione di profonda incertezza si può arrivare a chiedere fino a dieci-dodici consiglieri regionali. Alla Cdl in Lombardia e Veneto, alla GAD in Emilia e Toscana. Con il 2,5% ci si può garantire quattro deputati e due senatori per il 2006. Con il 3% e sopra il 3% azzarderei almeno sei deputati, sei senatori e quindici consiglieri regionali in listino con la Cdl o la Gad. In collegi sicuri. La telenovela dovrebbe sciogliersi a breve. Del citato sondaggio mi preme sottolineare che: in Piemonte Ghigo viene dato favorito. Lombardia, Puglia e Veneto dovrebbero essere riconquistati dal centro-destra. Emilia, Toscana, Marche ed Umbria dal centro-sinistra. Come Campania e Basilicata. Siamo sei a quattro per la GAD. In dieci regioni non dovrebbe cambiare niente. In Liguria, Lazio, Calabria ed Abruzzo attualmente governate da un governatore di centro-destra la lotta è incerta. In Piemonte la battaglia è più incerta di quanto si pensi e Mercedes Bresso è molto vicina. Il mio mini sondaggio senza criteri scientifici e senza pretese dava la Bresso in lieve vantaggio almeno nella provincia di Torino ed almeno su un campione di 30 persone. Nel 2000 Ghigo stravinse contro Livia Turco, la rimonta è dunque numericamente evidente. Lombardia e Veneto al Polo, Emilia, Marche, Umbria, Toscana, Campania e Basilicata alla GAD. In Liguria mi risulta in vantaggio Burlando (GAD) e non Biasiotti, nel Lazio Alessandra Mussolini mi viene data al 4%, dato che non favorisce Storace. Su Calabria ed Abruzzo non ho numeri né riflessioni ma attenzione al riflesso della neve sulla Salerno-Reggio Calabria, sconsiglierei di festeggiare la vittoria di Fitto in Puglia. Vendola è molto vicino.
ELEZIONI REGIONALI PIEMONTE. I PROFILI DEI CANDIDATI BRESSO E GHIGO. Per entrambi riassumo brevemente la storia umana e politica Saranno loro il 3 e 4 aprile a giocarsi la presidenza della Regione Piemonte. Il sito del presidente regionale Enzo Ghigo è www.enzoghigo.it. Il suo chi è-biografia è bilingue. In italiano ed inglese. Ha 51 anni, è torinese, a 29 anni è entrato in Publitalia divenendo nel 1990 responsabile per l’area del Veneto e delle Marche Nel 1993 venne nominato coordinatore regionale di Forza Italia ed un anno dopo venne eletto deputato nel collegio2 del Piemonte. Membro della commissione esteri, nel 1995 venne eletto governatore della regione e nel 1997 nominato vice-presidente della conferenza dei presidenti delle Regioni. Il 16 aprile 2000 ottenne il secondo mandato come governatore con più di 1milione di preferenze. E’ presidente della conferenza delle regioni Segnalo il suo impegno per la salvaguardia della biodiversità, dichiara di aver perorato la qualità e la specificità biologica e non genetica delle produzioni piemontesi. E’ appoggiato dalla Casa delle libertà Il sito della candidata della GAD, Mercedes Bresso è www.mercedesbresso.it. Il suo “chi è” risulta breve e sintetico. Interessante la bacheca delle idee di cui potete trovare l’icona anche nella pagina della biografia. E’ nata a Sanremo. Dal 1985 al 1995 è stata consigliere regionale, nel 1994/95 ha ricoperto l’incarico di assessore regionale alla pianificazione territoriale e ai parchi. Dal 1995 al 2004 è stata presidente della provincia di Torino e presidente dell’unione delle province piemontesi. E’ autrice di libri e saggi, si è occupata di economia agraria e di economia del turismo. Tra gli altri incarichi è stata presidente della federazione mondiale delle città unite, del coordinamento mondiale delle associazioni di città e di Metrex, rete delle aree metropolitane europee. Dal 2004 è parlamentare europeo. E’ appoggiata dalla GAD e dal Partito dei pensionati d’Europa
LISTA DS PER LE REGIONALI PROVINCIA DI TORINO A partire da questa lista verranno presentati i nomi di tutti i candidati alle elezioni regionali per la provincia di Torino. Capolista della lista del torinese sarà Rocco Larizza, sono otto le donne presenti (particolare su cui insisteremo per la presentazione di tutte le liste) su ventiquattro candidati, una percentuale discreta. Di seguito pubblico nomi ed eventuali cariche precedenti. Rocco Larizza Abbà Rosanna Adamo Franco Mohamed Aden Sheikh Angelo Auddino Marco Bellino-assessore provinciale Oscar Bertetto Nino Boetti Bruna Cibrario Anna Coluccia Gioacchino Centrò-presidente commissione bilancio città di Torino Anna Ferrero Piero Giovannone Eliana Greco Enzo Macrì Gianni Oliva-vice presidente della Provincia di Torino Massimo Pace Enzo Pelissetti Marita Peroglio-vice sindaco di Ciriè Roberto Placido-consigliere uscente Maria Giuseppina Pugliesi Roberto Saini Maurizio Trombotto-presidente circoscrizione Mirafiori Sud Annamaria Zucca
By admin
Durante questi giorni di targhe alterne, blocchi del traffico si è sovente sentito parlare di veicoli con caratteristiche Euro X, ma come facciamo a capire a quale categoria Euro appartiene, ecco come: [u]Autoveicoli, anche commerciali, fino a 3,5 tonnellate[/u] [b]EURO 1[/b] immatricolati dopo il 1.1.1993 91/441 CEE 91/542 CEE 93/59 CEE [b]EURO 2[/b] immatricolati dopo il 1.1.1997 94/12 CEE 96/1 CE 96/44 CE 96/69 CE [b]EURO 3[/b] immatricolati dopo il 1.1.2001 98/69 CE 99/96 CE 99/102 CE 2001/1 CE 2002/80 CE [b]EURO 4[/b] immatricolati dopo il 1.1.2006 98/69 CE-B 98/77 CE 99/102 CE-B 2001/1 CE-B 2002/80 CE-B [u]Motocicli e ciclomotori[/u] [b]EURO 1[/b] omologati dopo il 17.6.1999 97/24 CE [b]EURO 2[/b] ciclomotori omologati dopo il 17.6.2002 motocicli immatricolati dal 1.1.2003 97/24 CE fase II 2002/51 CE fase A [b]EURO 3[/b] omologati o immatricolati dopo il 1.1.2006 2002/51 CE fase B [u]Autoveicoli commerciali oltre 3,5 tonnellate[/u] [b]EURO 1[/b] immatricolati dopo il 1.10.1993 o 1.10.96 (a seconda dei gas emessi) 91/542 CEE [b]EURO 2[/b] immatricolati dopo il 1.1.1997 96/01 CE [b]EURO 3[/b] immatricolati dopo il 1.10.2001 99/96 CE [b]EURO 4[/b] immatricolati dopo il 1.10.2005 98/69 CE-B [b]Le norme "Euro" (fonte ACI)[/b] Nelle offerte commerciali e nella terminologia comune si distinguono, per le autovetture, diverse situazioni: "pre-Euro 1" indica i veicoli "non catalizzati" a benzina e i veicoli "non ecodiesel"; "Euro 1" indica i veicoli "ecologici" conformi alla direttiva 91/441. Il rispetto dei limiti di emissione stabiliti da questa direttiva impose l'adozione della "marmitta catalitica" sulle vetture nuove; "Euro 2" indica i veicoli "ecologici" conformi alla direttiva 94/12. I veicoli omologati secondo questa direttiva non possono più essere immatricolati come nuovi a partire dall'1/1/2001, a meno che non si tratti di "veicoli di fine serie"; "Euro 3" indica i veicoli "ecologici" conformi alla direttiva 98/69. A partire dall'1/1/2001 possono essere immatricolate come nuove solo autovetture omologate secondo questa direttiva, a parte il caso di "veicoli di fine serie". "Euro 4" è costituita dalla seconda parte della tabella dei limiti di emissione compresa nella direttiva 98/69, che sarà obbligatoria per le autovetture immatricolate come nuove a partire dall'1/1/2006. Nell'evoluzione dalla direttiva 91/441 alla direttiva 98/69 sono cambiati non solo i limiti di emissione, ma soprattutto le metodologie di prova e di misura; pertanto, alcuni valori della prima direttiva si raddoppierebbero se misurati secondo la direttiva 98/69. La "direttiva di omologazione" è indicata sulla carta di circolazione. Come "leggere" la carta di circolazione A partire dal 1996 le carte di circolazione riportano gli estremi anche delle direttive riguardanti le emissioni, nella parte dedicata alla descrizione delle caratteristiche tecniche del veicolo. Inoltre dal novembre 1999 le carte di circolazione stampate sul "modello unificato europeo" (con in alto a sinistra la sigla I circondata da 12 stelle) reca chiaramente indicata al rigo V.9 della "parte tecnica" la sigla della direttiva secondo la quale, per quanto riguarda le emissioni, è stato omologato il veicolo. Per i veicoli nuovi di fabbrica immatricolati tra il 1993 e il 1996, seppure in casi rari, può accadere che sulla carta di circolazione non sia riportata l'annotazione relativa alla direttiva europea di riferimento: in questo caso il veicolo è sicuramente EURO 1, cioè conforme alla direttiva 91/441, perché dal 1° gennaio 1993 potevano essere immatricolati come nuovi solo veicoli omologati secondo questa direttiva. Rimane però da verificare l'eventuale conformità ad una direttiva successiva che fa rientrare il veicolo nella categoria EURO 2 o EURO 3: si consiglia a tale riguardo di contattare l'Ufficio della Motorizzazione Civile (ora denominata Dipartimento dei Trasporti Terrestri) per ottenere i relativi chiarimenti. Per i veicoli nuovi immatricolati anteriormente all'anno 1992, quando non è annotata sulla carta la dicitura "rispetta la direttiva CEE n.91/441", che comporta l'appartenenza del veicolo alla fascia EURO 1, occorre ugualmente prendere contatto con la Motorizzazione Civile. Comunque, se la carta di circolazione è interamente compilata a mano, secondo procedure in vigore fino al 1978, si tratta sicuramente di un veicolo "pre-Euro1". Il fatto che siano contemporaneamente in vendita vetture omologate secondo direttive diverse è ammesso come "fenomeno di transizione" da una direttiva a quella successiva. Questo implica anche che, se si acquista un veicolo usato, non è sufficiente la data di immatricolazione per desumerne la direttiva di omologazione e, se lo si considera importante ai fini della decisione di acquisto, occorre comunque controllare la carta di circolazione per essere certi che si tratti di un modello "aggiornato" per quanto riguarda le emissioni. GPL/Metano Se l'installazione è avvenuta dopo l'immatricolazione, la variazione di alimentazione deve essere collaudata ed annotata dalla Motorizzazione sulla carta di circolazione. Se si tratta di veicoli già all'origine "bimodali", sono soggetti alla direttiva 98/77/CE, che non modifica i valori limite della direttiva 98/69 ma stabilisce che, nella prova eseguita con i carburanti gassosi, le emissioni devono rispettare quegli stessi limiti. "Retrofit" I veicoli dotati di "retrofit" (una marmitta catalitica cosiddetta "a due vie", applicata fino a qualche tempo fa su veicoli non catalizzati all'origine) ricadono interamente nella classe "pre-Euro1. Motocicli e ciclomotori Per i veicoli omologati secondo la direttiva 97/24 (EURO1-moto), è chiaramente indicata nella documentazione che accompagna il veicolo la dicitura "rispetta la direttiva 97/24/CE cap. 5". Non è significativa l'assenza di un catalizzatore allo scarico, dato che i valori di emissione richiesti da quella direttiva possono essere ottenuti, secondo la tecnologia di produzione, anche senza quel dispositivo. Alcuni modelli tra i più recenti, omologati in periodi precedenti a quella direttiva, possono essere resi conformi ad essa applicando particolari dispositivi, che li rendono analoghi a quelli omologati successivamente; in altri casi, può essere sufficiente una dichiarazione della Casa costruttrice. In entrambe le ipotesi, informazioni certe - anche riguardo alla eventuale necessità di apportare aggiornamenti nei documenti di circolazione - potranno essere fornite solo dalla Casa costruttrice o dalla sua rete di assistenza. È da notare che, in Italia, a causa del tardivo recepimento della direttiva, i veicoli di modelli non omologati EURO1-moto e che non possono usufruire della procedura di adeguamento sopra descritta, possono ugualmente essere stati immatricolati come nuovi fino al 17 giugno 2003.
Bhopal, capitale dello stato di Madhya Pradesh,notte tra il 2 e il 3 dicembre del 1984: all'interno della fabbrica americana di pesticidi Union Carbide, durante un'operazione di pulizia delle vasche, fuoriescono 40 tonnellate di gas: metil isocianato, idrogeno cyanyde e vari gas velenosi. Molti degli abitanti nei dintorni muoiono nel sonno, molti si svegliano ma senza nemmeno più la forza di gridare, alcuni tentano di scappare dalla nube tossica. La morte per avvelenamento sopraggiunge nel silenzio. La fuoriuscita non può essere fermata a causa dei scarsi e poco costosi sistemi di sicurezza. Subito dopo l'incidente almeno 7000 persone muoiono per gli effetti tossici, 16 mila nei mesi e negli anni a venire, anche se le associazioni parlano di venti, forse trenta mila vittime. Certo è che ancora i bambini nati oggi, nel 2004, ne subiscono le conseguenze. E' stato anche difficile per gli ospedali indiani, provvedere con cure specifiche. La Union Carbide non ha mai agevolato i medici comunicando le informazioni mediche di cui era al corrente. Nonostante la tragedia migliaia di persone che abitano le baraccopoli sono obbligate a vivere in quella zona contaminata. Gli abitanti di Bhopal e zone limitrofe soffrono e muoiono quotidianamente per cancro, tubercolosi, ustioni della cute, insufficienza respiratoria, tosse, disturbi gastrointestinali e neurologici. Le donne molto spesso non riescono a portare a termine la gravidanza e spesso il neonato è già malato o malformato. La bonifica del territorio deve ancora iniziare. E sono passati 20 anni. I parenti delle vittime stanno aspettando un risarcimento e che la Union Carbide venne accusate di disastro colposo. Il signor Warren Anderson era il presidente della Union Carbide al momento del disastro. L'India ha spiccato un mandato di cattura internazionale. Oggi è latitante da anni, a quanto pare vive a Vero Beach, in Florida. Il governo indiano chiese 3mila milioni di dollari come risarcimento:nel 1989 la Union Carbide ne pagò 470 . Briciole: parenti delle vittime e invalidi permanenti ricevettero una somma pari a poche centinaia di Euro a testa. I processi sono stati continuamente rinviati: la potenza della "giustizia" americana ha temporeggiato e col tempo le pressanti richieste del governo indiano si sono fatte più flebili. Restano le associazioni come Greenpeace a portare nel mondo la sete di giustizia delle vittime. Per chi si chiedesse che fine ha fatto la Union Carbide; le sue quotazioni sono notevolmente salite in seguito al disastro; è stata poi acquistata dalla Dow Chemical (la stessa di Porto Marghera): azienda da un fatturato di 26 milioni di dollari l'anno.
By Vale.
L' articolo di oggi vi farà fare un viaggio nell'orrore. Un orrore antico come il mondo ma che sopravvive tutt'oggi sostenuto da molti governi del nostro pianeta, alcuni dei quali si proclamano civili e democratici: la pena di morte. Questa condanna è antichissima. A quanto pare, nonostante la mancanza di testi scritti, già durante la preistoria i capi potevano decidere di mandare a morte chi si era macchiato di crimini gravi come omicidio, furto e sacrilegio. Testimonianze scritte di persone giustiziate si possono trovare nella Bibbia. Il metodo, al tempo, era la lapidazione. Nel codice di Hammurabi, invece, i Babilonesi misero per iscritto un vero e proprio regolamento per la condanna a morte. Era prevista per crimini gravi ma la colpa e la condanna dipendevano molto dal ceto sociale dell'accusato. Gli Egizi applicavano regole molto ferree per chi osava attentare alla vita del Faraone, per chi osava infrangere Maat, la regola universale, per omicidio, furto, sacrilegio e spionaggio. La pena di morte consisteva con la decapitazione o l'annegamento nel Nilo in un sacco chiuso. Presso i Greci, invece, molto presto si svilupparono un'analisi e i primi ripensamenti sul concetto di pena di morte anche se nella pratica rimase come punizione per i reati più gravi ma perse, se possibile, quel significato di vendetta. In età romana invece, l'autorità pubblica non interveniva sempre per punire i delitti. Ma quando questo avveniva, cioè nei casi di pubblico tradimento, la pena era tremenda: decapitazione, fustigazione a morte, impiccagione, taglio degli arti, annegamento, rogo, sepoltura da vivi e crocifissione. Mentre, com'è noto, i cristiani accusati di sovvertire l'ordine pubblico venivano dati in pasto ai felini negli anfiteatri sotto gli occhi di divertiti spettatori. Presso le popolazioni Maya, Incas e Aztechi invece, non esistevano spesso punizioni di questo genere. Si cercava di compensare il danno arrecato. Quando questo non era possibile, nel caso di omicidio e adulterio, il condannato veniva mandato a morte. La pena capitale venne abusata nel Medioevo quando anche i feudatari potevano amministrare la giustizia nei confronti dei più poveri. In questo periodo, i condannati venivano portati alla morte tramite la tortura. In Italia fino al Basso Medioevo, l'assassinio si ricompensava con denaro mentre venne introdotta la pena di morte con Enrico II. In Francia, prima dell'avvento della ghigliottina, che eliminò le differenze di trattamento tra i ceti, le punizioni per i crimini e il modo di procurare la morte variavano molto a seconda del ceto e del tipo di crimine. Anche la Chiesa ha avuto il suo importante ruolo nella pena di morte. Venne sostenuta e legittimata da importanti teologi e padri della chiesa e nel XVI e XVII secolo molti reati, principalmente l'eresia e il discostamento dal pensiero della chiesa cattolica, venivano puniti con tremende torture che portavano alla morte. Con l'avvento del secolo dei Lumi,il 1700, la condanna capitale viene nuovamente messa in discussione. L'opera "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria del 1764 porta a riflettere sull'inefficacia della condanna capitale. Beccaria sostiene che uno stato non può punire un reato che commette lui stesso. Inoltre, con un'eccezionale modernità, afferma che la pena di morte non porterebbe ad alcuna diminuzione dei crimini e propone l'ergastolo come alternativa. Questa straordinaria opera influenzò molte menti aperte dell'epoca e incise anche molto nel diritto penale di oggi. L'ascesa dell'eliminazione della pena di morte da vari stati parte dal XIX secolo, sostituendo la pena con il carcere avita. L'Italia la abolì nel 1889 ma fu reintrodotta da Mussolini nel 1926 per chi attentava alla vita dei Savoia e de capo del governo. Con il crollo di Mussolini e del fascismo, l'abolizione della pena di morte fu una delle prime azioni del nuovo governo il 10 agosto 1944. Venne mantenuta solo per reati fascisti e di collaborazione con i nazi fascisti. Fu bandita il 27 dicembre 1947 con la costituzione della repubblica italiana ma non fu ancora l'abolizione definitiva: resistette la pena di morte per i reati militari commessi in tempo di guerra. Quest'ultima eccezione venne eliminata nel 1994. L'Europa può dirsi così, oggi, totalamente abolizionista. Molti importanti organismi nel mondo si battono per l'abolizione totale della pena di morte. Nel 1999 è stata presentata una moratoria alle Nazioni Unite. Questo importante appello è stato firmato, fra gli altri, da Sua Santità il Dalai Lama, dagli attori Danny Glover, Susan Sarandon, dall’Arcivescovo Desmond Tutu, dal Cardinale Jaime Sin, dagli scrittori Paul Coelho e Louis Sepulveda, dai Premi Nobel Rigoberta Menchù e Dario Fo. Eccone una frase: "Dopo l’abolizione della schiavitù e della tortura, il diritto a non essere uccisi in seguito ad una sentenza legale potrebbe rappresentare un altro comune denominatore, un nuovo inalienabile aspetto dell’essere umano che ci rende una famiglia". (da www.coalit.org) E ora una carrellata dei metodi di esecuzione in vigore nel mondo: Impiccagione: il condannato viene appeso ad una corda intorno al colle e fatto penzolare di modo che muoia per asfissia e per lesioni alla colonna vertebrale. Non è detto che il condannato muoia immediatamente. Sebbene privo di coscienza, può sopravvivere parecchi minuti. Iniezione: il boia inietta,per via endovenosa, un barbiturico chimico ad azione rapida e un agente paralizzante. Anche in questo caso la morte non è immediata e il cuore continua a battere per vari minuti; il condannato prima perde coscienza, poi muore lentamente per paralisi respiratoria e poi cardiaca. In alcuni casi, il condannato non diviene incosciente ed è sveglio mentre i suoi polmoni di paralizzano e il suo cuore si ferma. Camera a gas: il prigioniero viene legato ad una sedia in una camera stagna. Gli viene fissato uno stetoscopio al torace collegato a delle cuffie che si trovano in un'altra stanza, in modo che un medico possa controllare il progredire dell'esecuzione. Nella stanza del condannato viene quindi liberato gas cianuro che provoca la morte per asfissia. Nonostante l'incoscienza del prigioniero, i suoi organi vitali possono funzionare ancora a lungo. Sedia elettrica: questo metodo viene usato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1888. La sedia elettrica consiste in una sedia di legno bloccata al pavimento e isolata elettricamente. Molto spesso l'esecuzione è preceduta da un faccia a faccia di 3 giorni tra il prigioniero e la sedia, cosicchè ucciderlo psicologicamente già prima della morte fisica. Al condannato sono fissati degli elettrodi di rame bagnati sulla testa e ad una gamba. Iniziano così potenti scariche elettriche a poca distanza una dall'altra. La morte avviene per arresto respiratorio e cardiaco. Durante il procedimento il corpo del prigioniero si contorce, vomita, orina e defeca, perde sangue. E non sempre è completamente incosciente. Una tortura. Lapidazione: la persona viene sepolta nel terreno fino al collo e poi colpita ripetutamente da sassate. Generalmente la persona non perde conoscenza in fretta. La morte sopraggiunge per le numerose ferite alla testa, danni al cervello o, a volte, asfissia, Nei paesi in cui viene usata questo tipo di pena di morte, la comunità partecipa abitualmente a questi riti. Fucilazione: il condannato viene ucciso da un colpo alla tempia o alla nuca da una singola persona o da un plotone. Decapitazione: questo metodo può considerarsi uno dei più rapidi a provocare la morte. Il condannato viene fatto inginocchiare e, mediante una spada, il suo capo viene staccato dal corpo. Crocifissione: questo metodo "spettacolare", anche se può sembrare relegato all'età dei Romani, è ancora in uso presso alcuni paesi. Il prigioniero viene letteralmente inchiodato ad una croce coi polsi e le caviglie e lasciato morire lentamente Leggendo queste righe viene da meditare se l'animo umano, in realtà, sia tutt'altro portato per la civiltà, ma piuttosto per la disumanità e la vendetta; e la pietà e l'umanità siano solo concetti inventati ma che in realtà non appartengano intrinsecamente all'uomo. Per continuare il nostro viaggio nell'orrore vi illustro i metodi usati per portare alla morte i condannati nel passato. L'allungamento: il condannato veniva legato ai polsi e alle caviglie con corde che venivano tirate da parti opposte fino allo "strappamento" e, quindi, alla morte. Gettato: il condannato era gettato giù da un punto molto alto. Rogo: i condannati, principalmete eretici e streghe venivano legati ad un palo, accerchiato da fieno a cui poi veniva dato fuoco. Calderone: veniva posto un recipiente sullo stomaco del condannato, con l'apertura rivolta verso la pancia. Venivano poi introdotti dei topi nel recipiente che veniva scaldato. Questi, per scappare, non poteva far altro che rosicchiare la carne del prigioniero. Cavallo di legno: il condannato veniva seduto a cavalcioni su un "cavallo". Gli venivano legati dei pesi ai piedi finchè non si...divideva in due. Morte da insetti: il condannato veniva legato poi cosparso di miele e lasciato divorare da insetti. Sbranamento: il condannato veniva gettato in un'arena nella quale venivano fatti entrare leoni affamati. Questo sistema era molto usato al periodo dei Romani. Bollitura: questa tecnica medievale consisteva in un grosso calderone di acqua bollente in cui il condannato veniva posto. Letto di ferro: il prigioniero veniva posto su un letto di ferro che veniva scaldato finchè il prigioniero bruciava vivo. Pendolo:il condannato veniva fatto sdraiare poi gli veniva abbassato sopra un pendolo con una lama affilatissima. Pressatura: Il condannato veniva schiacciato tra due lastre di pietra. Ruota: il condannato era legato al cerchio esterno della ruota e poi fatta rotolare lungo un percorso spinato o molto in pendenza.. Scorticamento: il condannato, con vari strumenti, veniva spellato lentamente. Sotterramento: il condannato veniva sepolto vivo e lasciato morire. In alcuni paesi, principalmente le donne venivano sepolte con la testa fuori dalla terra e lasciate cuocere al sole. Vergine di ferro: la vergine di ferro era un sarcofago riempito di chiodi appuntiti. Il condannato vi veniva posto all'interno, la vergine veniva chiusa e lui era trafitto dai chiodi. Decapitazione: un boia tagliava la testa del condannato con un'accetta. Spesso la giustificazione della pena di morte è data della gravità dei fatti compiuti dal condannato. Molte volte ognuno di noi si è trovato a pensare che molte persone non si meritino davvero altro, soprattutto quando le vittime sono bambini o persone indifese. Questo è un sentimento più che legittimo per chi prova un grande dolore. Ma l'organizzazione della società e la giustizia dovrebbero proprio servire a superare questi sentimenti di occhio per occhio dente per dente punendo il colpevole togliendogli la libertà ma non attraversando il confine tra civiltà e vendetta. Inoltre vari studi hanno certificato che la pena di morte non serve come deterrente per i crimini. I paesi mantenitori, infatti, non hanno una percentuale di crimini inferiore ai paesi abolizionisti. Inoltre, molto spesso, come già è stato riscontrato, i giudizi possono essere errati, questo vorrebbe dire che si può portare alla morte una persona innocente. Sono stati numerosi i casi in cui persone già giustiziate o tenute nel braccio della morte per anni sono poi risultate innocenti. Ecco cosa ne diceva, a proposito, Maximilien Robespierre: "Ascoltate la voce della giustizia e della ragione; essa grida che mai il giudizio dell’uomo è tanto certo da far sì che la società possa dare la morte a un uomo condannato da altri uomini soggetti a sbagliare...." Le associazioni che combattano per l'abolizione della pena di morte hanno addirittura scoperto un particolare ancora più agghiacciante: attraverso vari accordi tra giudici e malavita, al condannato morto vengono espiantati gli organi, senza il suo consenso o quello dei parenti, e poi rivenduti. Inoltre è stato provato che la stragrande maggioranza, per non dire tutte, le persone giustiziate erano povere e non potevano permettersi un avvocato che li avrebbe tirati fuori. Per finire, come dimenticare il principio su cui ogni paese civile deve basarsi: Il diritto alla vita. Ciò significa non ergersi ad un giudizio che non può essere altro che divino legittimando l'omicidio, cioè proprio quel crimine che, spesso, si sta punendo. Lo stato diventa a sua volta criminale. E ora vediamo, nel dettaglio, i vari paesi del mondo da che parte stanno: Paesi abolizionisti: Albania (dal 1999), Andorra (dal 1990), Angola (dal 1992), Australia (dal 1985), Austria (dal 1950), Azerbaijan (dal 1998) Belgio (dal 1996), Bermuda (dal 1999), Bulgaria (dal 1998), Cambogia (dal 1989), Canada (dal 1998), Capo Verde (dal 1981), Cipro (dal 2000) Citta' del Vaticano (dal 1969), Costa d'avorio (dal 2000), Croazia (dal 1990), Danimarca (dal 1978), Estonia (dal 1998), Finlandia (dal 1972), Francia (dal 1981), Georgia (dal 1997), Germania (dal 1987), Grecia (dal 1993), Guinea Bissau (dal 1993), Irlanda (dal 1990), Islanda (dal 1928), Isole Marshall (dal 1979), Isole Salomone (dal 1966), Italia (dal 1994), Kiribati (dal 1979), Liechtenstein (dal 1987), Lituania (dal 1998), Lussemburgo (dal 1979), Macedonia, Mauritius (dal 1995), Moldavia (dal 1995), Norvegia(dal 1979), Nuova Zelanda (dal 1989), Olanda (dal 1982), Polonia (dal 1997), Portogallo (dal 1976), Micronesia (dal 1986), Mozambico (dal 1990), Namibia (dal 1990), Nepal (dal 1997), Principato di Monaco (dal 1962), Regno Unito (dal 1998), Repubblica Ceca (dal 1990), Rep. San Marino (dal 1865), Repubblica Slovacca (dal 1990), Romania (dal 1989), Sao Tomè e Principe (dal 1990), Seychelles (dal 1993), Slovenia (dal 1989), Spagna (dal 1995), Sudafrica (dal 1997), Svezia (dal 1972), Svizzera (dal 1992), Turkmenistan (dal 1999) Ucraina (dal 2000), Ungheria (dal 1990) Paesi abolizionisti di fatto: Jugoslavia, Turchia, Gambia, Gibuti, Mali, Niger, Repubblica Centro Africana, Senegal, Togo, Congo, Gabon, Madagascar, Bhutan, Brunei, Maldive, Sry Lanka, Papua Nuova Guinea, Samoa, Tonga. Mantenitori per reati eccezionali: Bosnia (crimini di guerra e genocidio), Malta (crimini di guerra), Lettonia, Israele, Filippine Gabon, Isole Fiji, Isole Cook, Messico. Paesi Mantenitore: Bielorussia: Russia, Arabia Saudita, Armenia, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Algeria, Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Egitto, Eritrea, Etiopia, Ghana, Guinea, Liberia, Libia, Marocco, Mauritania, Nigeria, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Tunisia, Botswana, Burundi, Comore, Guinea Equatoriale, Kenya, Lesotho, Malawi, Rep. dem. Congo, Ruanda, Swatziland, Uganda, Zambia, Zimbabwe, Cina, Afghanistan, Bangladesh, Corea del Nord, Corea del Sud, Giappone, India, Indonesia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Laos, Malaysia, Mongolia, Myanmar Byrmania, Pakistan, Singapore, Tadzhikistan, Taiwan, Tailandia, Uzbekistan, Vietnam. Stati Uniti d'America , mantenitori in 38 stati su 52. Per finire, vi segnalo che sul sito di Sant'Egidio alla pagina http://www.santegidio.org/it/solidarieta/carcere/scrivere.htm è data la possibilità di iniziare una corrispondenza con un condannato a morte in varie parti del mondo.
La delega ambientale approvata al Senato con voto di fiducia e che ha scatenato furibonde proteste dell’opposizione contiene due punti chiave su cui vale la pena soffermarsi. Si prevede un condono per abusi edilizi in zone con vincoli paesaggistici compiuti entro il 30 settembre di quest’anno. La sanatoria si avrà solo dopo un accertamento di compatibilità paesaggistica su costruzioni e materiali ed il pagamento di una sanzione che andrà da tremila euro a cinquanta mila. Per il futuro si prevede la depenalizzazione di reati più lievi come i restauri che non creino aumenti di volume e superfici. I trasgressori pagheranno una semplice multa. Ci sarà, invece, un inasprimento delle pene per i reati più pesanti: fino a quattro anni per nuove costruzioni abusive o grossi aumenti di volume. Vorrei non citare la parola conflitto d’interessi e difatti non la citerò e per commentare le mie perplessità vi girerò una serie di domande. A quale numero di condoni edilizi è arrivato il governo Berlusconi?. E’ mai possibile che un paese civile debba continuare a procedere a furia di condoni?. Dopo il fallimento finanziario del condono 2003 era il caso di riproporsi pur tentando di regolamentare (male) la materia?. Una costruzione abusiva che tipo di compatibilità paesaggistica potrà mai avere?. Esiste ancora in questo paese il concetto di zona tutelata?. “Qualunque montagna, lago, fiume, deve essere compatibile con le costruzioni in cemento” non vorrei che in futuro ci toccasse leggere questa frase di fronte ad ogni luogo tutelato. Il ministro dell'Ambiente Matteoli parla di provvedimento che "gli è stato imposto!".